La satira è sottratta al requisito della verità (di Vincenzo Giglio)

Cassazione civile, Sez. 3^, ordinanza n. 6960/2024 del 14 marzo 2024, ha affermato che la satira – estrinsecazione del diritto di critica attraverso l’enfatizzazione e la deformazione della realtà – è sottratta al requisito di verità, in quanto esprime un giudizio ironico su un fatto con l’inverosimiglianza e l’iperbole e anche attraverso l’uso di espressioni o immagini lesive dell’altrui reputazione, pur rimanendo assoggettata al limite della continenza e della funzionalità al perseguito scopo di denuncia sociale o politica, da valutare in relazione alla rilevanza dell’interesse del pubblico all’esposizione del fatto con tale forma ovvero alla dimensione pubblica della vicenda o alla notorietà delle persone colpite.

Nella specie, la Suprema Corte ha cassato con rinvio la sentenza di merito che – nel ritenere diffamatoria la pubblicazione di una fotografia, con relativa didascalia, di una persona a corredo di un articolo satirico riguardante la vicenda giudiziaria penale di un ex Presidente del Consiglio dei ministri, notissimo uomo politico e imprenditore, all’indomani della sua assoluzione in appello – aveva omesso ogni esame del contesto socio-culturale in cui si inseriva l’articolo satirico e delle reazioni dell’opinione pubblica alla notizia dell’assoluzione.