L’avvocato sentinella (di Giovanna Bellizzi)

Il processo telematico ha decretato la fine, anzi l’estinzione, di una specie di avvocato diffuso in ogni tribunale: quella dell’avvocato-sentinella.

L’avvocato sentinella era presente in tutte le udienze in presenza, all’epoca in cui sul tavolo dei giudici si formavano pile enormi di fascicoli da trattare.

Ecco che l’avvocato sentinella era sempre, o quasi, in prossimità della pila, pronto a controllare e redarguire il collega furbetto di turno, evitando così le “manovre” di alcuni, la maggioranza, finalizzate a conquistare, con la destrezza e abilità di uno scassinatore di casseforti, qualche posizione sull’enorme pila.

L’avvocato non sentinella rimaneva a distanza in fiduciosa attesa di essere chiamato, conscio della presenza del collega fustigatore dei furbi, salvo poi scoprire, quasi sempre troppo tardi, che l’avvocato sentinella, dall’alto della sua posizione di controllore indefesso, rimaneggiava la pila a suo esclusivo favore e vantaggio.

Ecco, tale figura è scomparsa definitivamente e a noi rimane la nostalgia di tempi ormai finiti con il cruccio di non sapere con certezza quale ruolo potrà svolgere, ormai, l’avvocato sentinella così privato di un ruolo autocelebrato.

Ce lo immaginiamo, allora, come una figura malinconica che si aggira per i corridoi deserti alla ricerca penosa di qualche seppur piccola pila di fascicoli che trova solo nelle udienze penali, dove, a onor del vero, egli non si azzarda ad esercitare una così nobile (si fa per dire) ma oramai decadente funzione forense di avvocato-sentinella.