L’avvocato del più grande errore giudiziario: mi chiamo Mauro Trogu e … (di Riccardo Radi)

In esclusiva su Terzultima Fermata la prima intervista all’avvocato Mauro Trogu difensore di Beniamino Zuncheddu.

Una intervista che svela la forza e lo spessore di un avvocato per “caso” che ha le idee chiare: “la giustizia è fatta dagli uomini, e la qualità della prima dipende da quella dei secondi. E che chi non conosce il dubbio, deve smettere di indossare la toga, qualunque ruolo rivesta“.

Caro Mauro, cosa hai fatto il giorno dopo la sentenza della corte di appello di Roma?

Se pensi che sia riuscito a dormire ti sbagli, ho partecipato alla conferenza stampa indetta dal Partito Radicale e poi con mia moglie abbiamo preso il primo volo per tornare da nostro figlio. La sera abbiamo partecipato a una trasmissione organizzata da una televisione locale che ha sempre seguito la vicenda di Beniamino e ha voluto festeggiare con lui quel momento.

Perché hai la scelto la professione di avvocato?

Onestamente non lo so.

Dopo la laurea ero molto combattuto sul da farsi. La mia aspirazione era la carriera universitaria e avevo iniziato alla cattedra di diritto ecclesiastico dell’Università di Cagliari, poi per caso tramite un cugino di mia madre ho iniziato la pratica forense.

Devo dire che il primo impatto ha confermato le mie titubanze e senza molta convinzione ho cominciato a frequentare aule e tribunali, alla fine mi sono fatto prendere la mano… Il mio Maestro, Leonardo Filippi, mi ha fatto capire che questo lavoro si può fare con grande nobiltà.

Vieni da una famiglia di avvocati?

No, assolutamente ho iniziato da zero.

Come hai conosciuto il caso Zuncheddu?

Una collega amica, Roberta Giannotte, aveva assistito Augusta, la sorella di Beniamino, in una divisione ereditaria. Nel 2016 Augusta si sfogò con lei raccontando la storia del fratello. E Roberta le fece il mio nome.

La prima volta che hai letto gli atti processuali cosa hai pensato?

Che non opponendosi con forza a quel modo di valutare le prove e di motivare le sentenze, un domani anche io avrei potuto subire una condanna per un reato mai commesso.

Il tuo primo incontro con Beniamino quali ricordi ti ha lasciato?

Mi ricordo di lui che camminava lentamente nel corridoio del carcere, di lui che mi guardava con poca fiducia e che stentava a rispondermi. Diceva di non sapere nulla dei fatti per cui era stato condannato, io pensavo fosse omertà, invece era la verità.

Come sei riuscito ad organizzare il tuo studio tra l’impegno della revisione e il quotidiano?

Alla revisione ho lavorato soprattutto la notte, io sono un avvocato artigiano e con tanta caparbietà e determinazione.

Il tuo studio è composto da?

Me e mia moglie, Elisa Osanna. All’epoca in cui iniziai avevamo anche un praticante fantastico, ora è un ottimo collega, Simone Angei. Mi aveva aiutato nelle copie atti e nella loro digitalizzazione. Un lavoro che mi è tornato molto utile in mille occasioni.

Come e dove ti vedi tra 30 anni?

A riposo in un paese di montagna, preferibilmente in Barbagia al contatto con la natura della mia terra a cui sono legato in un modo viscerale.

Mauro la tua apparente calma è vera o sei un abile fingitore?

Sembro calmo? Allora sono un abile fingitore…

Nel corso del procedimento di revisione hai mai perso le staffe? E se si quando?

Sì, più volte. Non sopporto che mi si dia torto quando sono certo di avere ragione.

Quali insegnamenti ti ha lasciato il caso Zuncheddu?

Che la giustizia è fatta dagli uomini, e la qualità della prima dipende da quella dei secondi. E che chi non conosce il dubbio, deve smettere di indossare la toga, qualunque ruolo rivesta.

Cosa auguri a Beniamino per i prossimi anni?

Di poter trovare una propria dimensione da uomo libero in questo mondo.

Adesso che sei un avvocato noto pensi che cambierà qualcosa nel tuo modo di approcciarti ai processi?

Sento una responsabilità maggiore. Ora il giudizio degli altri potrebbe essere più severo…

Mauro, quale film sul mondo della giustizia è tra i tuoi preferiti?

Corruzione al palazzo di giustizia, dal dramma di Ugo Betti. È tremendamente verosimile, soprattutto per chi conosce le vicende del mio Foro.

Grazie Mauro e speriamo di rivederci quanto prima e Terzultima Fermata si permette un suggerimento ai dispensatori di premi e targhe: avete già l’avvocato dell’anno 2024, si chiama Mauro Trogu.