Due giorni fa il ministro Nordio si è presentato alla Camera per il question time della sessione pomeridiana (qui il link alla registrazione video).
Nell’occasione ha risposto tra l’altro all’interrogazione n. 3-00637 del deputato Enrico Costa (Azione-Italia Viva-Renew Europe) ed altri.
L’interrogazione del deputato Enrico Costa
Questo il testo integrale dell’interrogazione:
“Al Ministro della giustizia,
premesso che:
a parere degli interroganti sono innumerevoli e palesi le violazioni del decreto legislativo n. 188 del 2021 che ha recepito la direttiva dell’Unione europea sulla presunzione di innocenza;
dal mancato rispetto del divieto di assegnare ai procedimenti penali denominazioni lesive della presunzione di innocenza alla violazione della norma che impone al procuratore della Repubblica di mantenere i rapporti con gli organi di informazione esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa, alla norma che stabilisce che la determinazione di procedere a conferenze stampa sia assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano; enormi violazioni si sono palesate, inoltre, in merito alla diffusione di informazioni sui procedimenti penali da parte delle forze di polizia, consentita solo quando strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o quando ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico; in tali casi, il procuratore della Repubblica può autorizzare gli ufficiali di polizia giudiziaria a fornire, tramite comunicati ufficiali oppure conferenze stampa, informazioni sugli atti di indagine compiuti o ai quali hanno partecipato; l’autorizzazione è rilasciata con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che lo giustificano;
la legge n. 71 del 2022, recante deleghe al Governo per la riforma dell’ordinamento giudiziario, ha inoltre disposto la modifica dell’articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo n. 19 del 2006, inserendo tra gli illeciti disciplinari la violazione delle norme illustrate;
il Governo si è impegnato, con l’accoglimento dell’ordine del giorno n. 9/00547-A/009 e con la mozione n. 1-00094, a prevedere che l’ispettorato generale del Ministero della giustizia effettui un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico che giustifica l’autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti –:
quale sia lo stato di attuazione della normativa riportata, in particolare se il Governo abbia effettuato il citato monitoraggio e se siano state avviate azioni disciplinari nonché se, anche sulla base degli esiti del monitoraggio, intenda avvalersi della facoltà di adottare, entro il 14 dicembre 2023, un decreto legislativo recante correttivi e integrazioni al decreto legislativo n. 188 del 2021 contenente norme tese a scongiurare le violazioni indicate in premessa e ad istituire – per garantire il rispetto del principio della presunzione di innocenza – il divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare (modificando l’articolo 114 del codice di procedura penale) finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”.
…e la sua illustrazione orale
Avuta la parola dal presidente della Camera, il deputato Costa ha così illustrato l’interrogazione:
“Parliamo di presunzione di innocenza nel giorno in cui, al Consiglio superiore della magistratura, si celebra il funerale della presunzione di innocenza.
E lo facciamo perché auspichiamo che questo Governo ponga mano a un’importante modifica normativa, il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza, il quale stabiliva regole che in molte circostanze sono state violate.
Sono state violate le norme sui nomi dati alle inchieste, sulla comunicazione giudiziaria, e chiediamo al Ministro Nordio di intervenire nell’ambito di questo spazio correttivo, che è dato, su un tema: quello della pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare, che è la madre delle violazioni della presunzione di innocenza, perché dentro l’ordinanza di custodia cautelare ci sono le intercettazioni, ci sono le sommarie informazioni, in una fase assolutamente preliminare, le quali diventano un marchio sull’indagato, che, anche quando assolto, non può essere cancellato.
Quindi, il nostro auspicio, veramente, è che questo Governo, entro dicembre, alla luce di un monitoraggio che auspico sia stato avviato, corregga quello che noi abbiamo fatto, ma che auspicavamo venisse attuato e lo corregga nella direzione di un’attuazione puntuale e pregnante.
Sappiamo quali sono le convinzioni del Ministro Nordio; ha la possibilità di farlo con un decreto legislativo. Noi certamente saremo e saremmo dalla sua parte”.
La risposta del ministro
Il ministro Nordio ha così risposto:
“Grazie, onorevole.
Credo che mi si possa dare atto che, sin dal primo momento dell’insediamento in questo Governo, una delle priorità di questo Ministero è stata la tutela dell’onorabilità dei cittadini e della riservatezza delle comunicazioni che riguardano indagini in corso.
Ricorderò quelle sulla limitazione delle intercettazioni, delle pubblicazioni e delle informazioni di garanzia, e sull’aumento della attività di vigilanza da parte dell’ispettorato nei confronti di chi viola queste norme.
Importante è stata anche la modifica che devolve al Capo della procura della Repubblica il monopolio di interloquire con la stampa e con i terzi quando si tratta di diffondere notizie che siano di interesse generale.
Il monitoraggio al quale lei, collega, fa riferimento è già, ovviamente, iniziato.
Sono state anche già iniziate alcune azioni disciplinari: una su segnalazione del nostro ispettorato e tre su esercizio della Procura generale della Corte di cassazione, per violazione di questa ultima norma.
Ma più in generale, vorrei dire e rassicurare l’onorevole Costa che la massima attenzione di questo Governo e di questo Ministero è proprio rivolta al rispetto delle norme che sono state finora approvate e, soprattutto, alla possibilità di opportuni correttivi per correggere le ambiguità che esistono ancora nella stessa normativa.
È un discorso un po’ difficile da fare dal punto di vista tecnico, però vorrei ricordare che, ancora oggi, il nostro codice di procedura penale è estremamente ambiguo sul fatto che alcune comunicazioni perdano la loro segretezza, ma, ciò nonostante, non siano pubblicabili. In realtà, la giurisprudenza, come sapete, ha interpretato questa norma nel senso che, una volta che un atto non è più segreto, anche se non è pubblicabile, quantomeno può essere divulgato.
Ci sono state, effettivamente, violazioni di questa norma a suo tempo e non sono state esercitate azioni disciplinari.
In questo momento, noi stiamo monitorando con grande attenzione queste eventuali violazioni, così come stiamo predisponendo eventuali correttivi per correggere le ambiguità di questa normativa.
Questa attività è iniziata relativamente da poco tempo e ci riserviamo di dare dati ulteriori e più specifici, magari durante il prossimo colloquio”.
La replica di Costa
Il deputato Costa ha così replicato:
“Noi siamo rassicurati dalle parole del Ministro Nordio.
Avremmo voluto una puntuale affermazione in ordine all’inserimento e all’introduzione, in questo decreto correttivo, di una modifica dell’articolo 114 del codice di procedura penale, nel senso che non si può pubblicare testualmente l’ordinanza di custodia cautelare.
Perché, cosa succede? Succede che, da un lato, la legge sulla presunzione di innocenza impedisce al procuratore della Repubblica di parlare dell’indagine, salvo che ci siano questioni di interesse pubblico. Cosa fanno il procuratore della Repubblica o il PM?
Nella propria richiesta cautelare infilano tutto quello che vorrebbero dire, ma non possono dire.
Poi, l’ordinanza di custodia cautelare viene emanata e viene pubblicata su tutti i giornali: quello che è uscito dalla porta rientra dalla finestra.
Ora, io penso che sia una norma di chiusura del sistema quella che stabilisce questo, altrimenti ci troviamo in situazioni in cui, per rafforzare le indagini, ovviamente attraverso l’opinione pubblica, non si fanno le conferenze stampa, ma si fanno le ordinanze di custodia cautelare, che dovrebbero avere un altro spirito.
Ecco, noi insistiamo su questo punto, perché, Ministro, lei lo sa certamente, non può esistere che la vera sentenza sia quella della comunicazione dell’inchiesta, mentre la sentenza vera arriva dopo 10 anni, quando una persona, anche se dichiarata innocente, ha una cicatrice che, ovviamente, non si rimargina.
Il decorso del tempo, del troppo tempo, nel nostro sistema penale, determina questo, ossia l’accelerazione e tutto quello che avviene in fase cautelare o precautelare.
Il suo collega, il Ministro Piantedosi, in una dichiarazione, l’altro giorno, ha detto che, per ciò che atteneva ai reati minorili, non c’era la punibilità immediata per i minori, quindi è stata introdotta la possibilità dell’arresto, come se l’arresto fosse una pena. Se arriva un Ministro dell’Interno a confondere la misura precautelare con una pena, figuriamoci il cittadino.
Io sono sicuro che lei non la pensa in questo modo e, magari, quello del Ministro Piantedosi è stato semplicemente un errore. Però, io penso che abbia confuso la volontà di dare un segnale con la pena. Io penso che non sia lo spirito di questo Governo, certamente non è il suo spirito e noi la supporteremo, se vorrà dare segnali in questo senso”.
Qualche considerazione
Gli interroganti pongono un problema reale e serio.
Il nostro Paese ci ha messo cinque anni per recepire la Direttiva UE 2016/343 in tema di rafforzamento della presunzione di innocenza mediante il d.lgs. n. 188/2021 il cui art. 2 vieta espressamente alle autorità pubbliche di indicare come colpevole la persona indagata o imputata, fino a che l’eventuale colpevolezza non sia accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.
A ciò si aggiunga che l’art. 2, comma 1, lettera v), d.lgs. 109/2006 (ordinamento disciplinare dei magistrati), introdotto sulla scia del suddetto decreto 188, considera illecito disciplinare il rilascio di dichiarazioni o interviste che riguardino i soggetti coinvolti negli affari in corso di trattazione, ovvero trattati e non definiti con provvedimento non soggetto a impugnazione ordinaria, quando sono dirette a ledere indebitamente diritti altrui nonché in violazione di quanto disposto dall’art. 5, commi 1, 2, 2-bis e 3 del d.lgs. n. 106/2006 (riorganizzazione del pubblico ministero).
In particolare, l’art. 5, comma 2-bis, del decreto 106 stabilisce che “La diffusione di informazioni sui procedimenti penali è consentita solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico. Le informazioni sui procedimenti in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimento pende e da assicurare, in ogni caso, il diritto della persona sottoposta a indagini e dell’imputato a non essere indicati colpevoli fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”.
A fronte di questa chiarissima volontà del legislatore europeo e nazionale, è sotto gli occhi di tutti, e fa bene il deputato Costa a ricordarlo, che lo spirito delle norme in esame è stato mal tollerato quando non apertamente boicottato da taluni magistrati del pubblico ministero con funzioni dirigenziali.
Se questa è la situazione, la risposta del ministro Nordio è piuttosto deludente: un monitoraggio soltanto avviato, una sola azione disciplinare intrapresa su segnalazione dell’Ispettorato del ministero, il richiamo ad ambiguità normative ed interpretative che ostacolerebbero la compiuta realizzazione degli scopi del decreto n. 188 e che si assumono quasi come fatto scontato, come se chi parla fosse uno spettatore e non il responsabile politico dell’amministrazione della giustizia.
L’impressione è che, a dispetto delle rassicuranti parole del Guardasigilli, le cose rimarranno tali e quali: i capi delle procure potranno, ove lo vogliano, continuare a confezionare sai da colpevoli per indagati ed imputati senza dover temere alcuna ripercussione negativa; certa stampa potrà continuare a nutrirsi di dichiarazioni trionfali diffuse alla stregua di verità rivelate; l’opinione pubblica si formerà prevalentemente su questo circolo che più vizioso non si potrebbe.
Speriamo ovviamente di sbagliarci.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.