Ingiuste detenzioni, errori giudiziari e misure cautelari emesse: finalmente pubblicata la Relazione ministeriale per l’anno 2023 (di Vincenzo Giglio e Riccardo Radi)

In anteprima su Terzultima Fermata ed Errori Giudiziari.com la Relazione del Ministro della Giustizia sulle misure cautelari e gli errori giudiziari e le ingiuste detenzioni nell’anno 2023, pubblicata oggi 16 aprile 2024 e allegata alla fine del post.

La situazione appare ricalcare gli anni precedenti ed anzi peggiorare in alcuni aspetti centrali:

Per ciò che riguarda invece le percentuali medie delle assoluzioni definitive e non definitive, abbiamo una percentuale media complessiva del 7,1% (1,7% + 5,4%).

Alla suddetta percentuale si può poi affiancare la percentuale media delle altre tipologie di sentenza (sempre di tipo definitivo e non) rientranti nelle categorie del proscioglimento a vario titolo (ex artt. 129 – 425 – 469 – 529 – 531 c.p.p., vedi anche il paragrafo 2.3), che risulta pari al restante 2,6%. Sommando quindi le citate due percentuali del 2,6% e del 7,1%, abbiamo un totale di esiti assolutori e di proscioglimento a vario titolo di quasi il 10% circa, ossia per 1 misura su 10 emessa in un procedimento definito vi è stato come esito l’assoluzione o il proscioglimento” (pagina 20 della Relazione).

Le misure cautelari

In ordine alla percentuale delle misure cautelari custodiali:

– le misure cautelari custodiali (carcere – arresti domiciliari – luogo cura) costituiscono quasi il 55% di tutte le misure emesse, mentre quelle non custodiali (le restanti) ne costituiscono circa il 43%; – una misura cautelare coercitiva su tre emesse è quella carceraria (32%), mentre una misura cautelare coercitiva su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%);

– il 14% degli arresti domiciliari viene applicato con procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici (c.d. ‘braccialetto’), mentre il restante 86% degli arresti domiciliari viene applicato senza il suddetto controllo elettronico (nell’anno 2023 tali percentuali sono state, rispettivamente, 21% e 79%);

– l’applicazione delle misure del divieto di espatrio e della custodia cautelare in luogo di cura appare estremamente residuale nel periodo esaminato; tali misure congiuntamente considerate non raggiungono infatti neanche l’l% del totale.

Infine, in tema di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati per le accertate ingiuste detenzioni, con indicazione dell’esito, ove conclusi, la musica rimane sempre la medesima: “Neppure dall’attento monitoraggio avviato dall’Ispettorato generale sulle ordinanze di accoglimento delle domande di riparazione per ingiusta detenzione, ampiamente citato nella presente Relazione, è emersa alcuna correlazione tra i citati provvedimenti e gli illeciti disciplinari dei magistrati”.

Le riparazioni per ingiusta detenzione

I dati relativi al trascorso anno 2023, che vengono esposti nel prosieguo, sono stati forniti dai seguenti Uffici a seconda della loro competenza in materia: – Direzione generale di statistica e analisi organizzativa: numero dei procedimenti sopravvenuti e definiti nell’anno 2023 (con relative modalità definitorie) ex artt. 314 e 315 cpp, finalizzati al riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione: sono 1120 le domande di ingiusta detenzione accolte.

Quindi, quasi il 75% delle richieste di riparazione per ingiusta detenzione vengono accolte a motivo dell’accertata estraneità della persona ai fatti a lei contestati.

Poco più del 25% circa delle richieste viene accolto per l’illegittimità della misura cautelare disposta, quale che si stato poi l’esito del procedimento.

Nel 2023 ci sono state 619 ordinanze di pagamento per complessivi euro 27.844.794.

I procedimenti disciplinari

Nell’anno di riferimento sono state promosse sette azioni disciplinari di cui quattro dal PG presso la Cassazione e tre dal Ministro della Giustizia.

Sono tutte ancora in corso sicché se ne disconoscono gli esiti.

Conclusioni

In estrema sintesi, e rimandando fin d’ora ad un successivo e assai più meditato approfondimento:

  • le misure più afflittive continuano ad essere le più usate e dovrebbe essere il contrario;
  • continua ad essere elevata la percentuale di misure restrittive della libertà personale che non avrebbero dovuto essere emesse e non dovrebbe essere così;
  • lo Stato continua a pagare, sebbene meno che in passato, elevati importi per la riparazione delle ingiuste detenzioni e gran parte di essi sono ascrivibili a misure emesse nei distretti giudiziari meridionali;
  • continua a non esserci alcun colpevole, a giudicare dalla palese rarefazione di procedimenti e provvedimenti disciplinari nei confronti di chi ha chiesto e di chi ha applicato misure rivelatesi ingiuste;
  • infine, e in coerenza a quanto si è fin qui detto, la relazione annuale, che pure dovrebbe servire non solo a raccogliere dati ma a servirsene per limitare l’abuso del potere cautelare, continua ad essere tardiva (quest’anno un ritardo di tre mesi e mezzo), continua ad essere parziale (è relativa all’89% degli uffici giudiziari, percentuale comunque in crescita rispetto all’80% dell’anno passato), continua a tradursi in una mera osservazione dell’esistente senza stimolare alcuna misura correttiva.

Ne riparleremo presto.