Le cinque leggi fondamentali della stupidità umana (di Vincenzo Giglio)

Carlo Cipolla è stato un importante storico dell’economia.

Per puro diletto, e immaginandolo come un divertissement per gli amici più stretti, scrisse il saggio satirico Le leggi fondamentali della stupidità umana, poi pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1988 come parte di Allegro ma non troppo.

Diamo un’occhiata a queste leggi.

La prima: “sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione“.

Frase chiave: “giorno dopo giorno, con un’incessante monotonia, si è intralciati e ostacolati nella propria attività da individui pervicacemente stupidi, che compaiono improvvisamente ed inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni“.

La seconda: “la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa“.

Frase chiave: “Uno è stupido nello stesso modo in cui un altro ha i capelli rossi; uno appartiene al gruppo degli stupidi come un altro appartiene ad un gruppo sanguigno. Insomma uno nasce stupido per volere imperscrutabile e insindacabile della Divina Provvidenza“.

La terza (e aurea): “una persona stupida è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita“.

Frase chiave: “La nostra vita è anche punteggiata da vicende in cui noi si incorre in perdite di denaro, tempo, energia, appetito, tranquillità e buonumore a causa delle improbabili azioni di qualche assurda creatura che capita nei momenti più impensabili e sconvenienti a provocarci danni, frustrazioni e difficoltà, senza aver assolutamente nulla da guadagnare da quello che compie. Nessuno sa, capisce o può spiegare perché quella assurda creatura fa quello che fa. Infatti non c’è spiegazione – o meglio – c’è una sola spiegazione: la persona in questione è stupida“.

La quarta: “le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore“.

Frase chiave: “Nei secoli dei secoli, nella vita pubblica e privata, innumerevoli persone non hanno tenuto conto della Quarta Legge Fondamentale e ciò ha causato incalcolabili perdite all’umanità“.

La quinta: “la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista“.

Frase chiave: “Sarebbe un grave errore credere che il numero degli stupidi sia più elevato in una società in declino piuttosto che in una società in ascesa. Entrambe sono afflitte dalla stessa percentuale di stupidi. La differenza fra le due società consiste nel fatto che nella società in declino […] ai membri stupidi della società è concesso dagli altri membri di diventare più attivi“.

Il corollario: “lo stupido è più pericoloso del bandito“.

Cipolla era pur sempre un economista ed usava quindi la metodologia del suo mestiere anche in un saggio satirico.

Individuati come parametri fondamentali i danni o vantaggi che un individuo causa a se stesso e agli altri, creò un grafico con i due classici assi cartesiani, inserendo sull’asse delle ascisse gli effetti personali e sull’asse delle ordinate quelli sugli altri.

Arrivò così a determinare quattro categorie di individui:

gli intelligenti: quelli che fanno il proprio vantaggio e quello degli altri;

gli sprovveduti: quelli che danneggiano se stessi e avvantaggiano gli altri;

gli stupidi: quelli che danneggiano gli altri senza avvantaggiare se stessi o danneggiandosi;

i banditi: quelli che danneggiano gli altri per trarne vantaggio.

Una volta individuato l’oggetto del post, ci siamo chiesti in quale categoria collocarci nella veste di autori di Terzultima Fermata.

All’unanimità abbiamo escluso di essere intelligenti: non c’è vantaggio nello scrivere alle sei di mattina e non è neanche detto che le cose che scriviamo siano vantaggiose per i lettori.

Questa prima conclusione ci ha consentito di escludere di appartenere alla categoria degli sprovveduti: questo dipende dalla mancanza di sicurezza sul vantaggio altrui.

Restano i due angoli bassi del grafico di Cipolla.

L’assenza di vantaggio per noi determina fortunatamente, l’impossibilità di considerarci banditi.

Residua a questo punto un’unica tipologia, quella degli stupidi.

Rientriamo, come già detto, tra quelli che non si avvantaggiano personalmente o addirittura si danneggiano.

È pertanto decisivo stabilire se danneggiamo i lettori, scrivendo sciocchezze fuorvianti o vere e proprie bufale.

Non siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione condivisa. Se e quando arriverà, non mancheremo di informarvi.

Può essere comunque che avesse ragione la mamma di Forrest Gump: stupido è chi lo stupido fa.