Obiettivi del PNRR per il comparto giustizia: il monitoraggio ministeriale per l’anno 2023 evidenzia miglioramenti generalizzati (di Vincenzo Giglio)

Il dipartimento per la transizione digitale e la direzione generale di statistica del Ministero della Giustizia hanno pubblicato la relazione (allegata alla fine del post) sul monitoraggio statistico degli indicatori PNRR del comparto giustizia per l’anno 2023.

Gli indicatori utilizzati sono il disposition time (DT), da intendere come il rapporto tra il numero dei procedimenti pendenti alla fine del periodo di riferimento e il flusso dei definiti nel periodo, e il clearance rate (CR), cioè rapporto tra il numero dei procedimenti definiti e quello dei procedimenti iscritti nel periodo di riferimento.

Il DT indica il tasso di smaltimento dei flussi di lavoro in entrata mentre il CR indica il tasso di aumento o riduzione dell’arretrato.

Nel settore penale (pagg. 12 e ss. della relazione), “i dati dell’anno 2023 segnalano un netto miglioramento rispetto alla baseline [periodo di inizio del confronto statistico, ndr] 2019, con una variazione complessiva che raggiunge il target PNRR: disposition time totale -25,0%.

La riduzione del DT è osservabile in tutte le fasi del giudizio: -27,0% in Tribunale, -22,3% in Corte di appello e -33,8% in Corte di cassazione (Tab. 17) […] la riduzione più contenuta dell’indicatore rispetto alla baseline nel confronto con quella rilevata nel I semestre 2023 (-29%) va ricondotta alla stagionalità dell’indicatore. Tuttavia, confrontando le riduzioni tra semestri analoghi del 2022 e del 2023, si osserva un leggero rallentamento nella discesa del DT nel II semestre 2023, soprattutto in Corte di cassazione. Il rallentamento è da attribuire ad un aumento più contenuto delle definizioni per i Tribunali e a una riduzione di definizioni per Corti di appello e Corte di cassazione. Per la Corte di cassazione, il calo è, tuttavia, da considerarsi fisiologico tenendo conto del fatto che è già stato raggiunto un livello molto contenuto del DT che è difficile comprimere ulteriormente (110 giorni, inferiore alla mediana dei paesi del Consiglio d’Europa nel 2018). Rispetto al 2022, il DT è diminuito in tutti i gradi di giudizio, del 21,8% in Tribunale, del 14,0% in Corte di appello e del 16,5% in Cassazione“.

Quanto all’arretrato “Grazie ad un valore del CR di 1,12, la diminuzione del DT si è accompagnata ad una significativa riduzione delle pendenze (-22,9% rispetto alla baseline) (Tab. 18). Rispetto al 2022 la riduzione delle pendenze è stata del 15,1% in totale, del 15,9% in Tribunale, dell’11,3% in Corte di appello e del 17,5% in Corte di cassazione. Risulta significativo, sia in primo che in secondo grado, l’aumento delle definizioni nell’ultimo anno (+7,6% in Tribunale e +3,1% in Corte di appello). Nel 2023 le definizioni sono state superiori anche a quelle del 2019 (del 3,7 e dell’8,1%, rispettivamente) e risultano in crescita costante dal 2021. Per la Cassazione il livello di definizioni risulta corrispondente a quello del 2022 ed in lieve calo sul 2019 (-2,9%), mentre le iscrizioni aumentano del 4% nell’ultimo anno“.

Credito fotografico: l’immagine che accompagna il post è stata tratta dal sito GNewsonline.