Tarfusser: “Tra i magistrati c’è una percentuale di squilibrati. I test psicoattitudinali sono a nostra tutela. Noi dobbiamo riguadagnarci la fiducia della gente” (di Riccardo Radi)

Cuno Tarfusser segue Terzultima Fermata e intrattiene con me una fitta corrispondenza.

Ieri mi ha segnalato un’intervista rilasciata ad una trasmissione radiofonica.

Dalla registrazione audio abbiamo estratto il suo pensiero in merito alla questione dei test psicoattitudinali da somministrare ai magistrati.

Tarfusser esordisce così: “Tra i magistrati ci sono i matti, esatto. Ma certo. Ci sono i matti perché noi siamo espressione della società…nella società ci sono una percentuale di persone squilibrate…”.

Domanda: Per esempio, si discute di che cosa…è importante discutere dei test psicologici ai magistrati. Lei lo farebbe?

Tarfusser: Assolutamente. Subito. Ma io lo dico…

Domanda: Ah, lei lo farebbe?

Tarfusser: Ma subito.

Domanda: E lo farebbe anche agli altri. Lo farebbe a tutti.

Tarfusser: Ma certo. Io sui test psicoattitudinali…ci son due cose. Uno è il principio, ed io sono assolutamente d’accordo che si debbano fare i test psicoattitudinali perché noi tutti, tutti i magistrati, parlando tra di noi, sappiamo chi sono quelli che in qualche modo hanno queste attitudini…

Domanda: I matti…?

Tarfusser: Ci sono i matti, esatto. Ma certo. Ci sono i matti perché noi siamo espressione della società…nella società ci sono una percentuale di persone squilibrate…

Domanda: E quindi anche…

Tarfusser: E quindi anche tra i magistrati c’è una percentuale di squilibrati. Questo è il principio. Quindi, io non solo li farei e li farei fare, ma io se avessi qualcosa da dire, ma non ho nulla da dire nell’ambito della magistratura, come sappiamo, io sarei quello che proattivamente li proporrei perché è a nostra tutela. Cioè, noi dobbiamo riguadagnarci la fiducia della gente. Quindi io sarei quello che li propone. Io li chiedo…

Domanda: Invece mi sembra che…

Tarfusser: Anche a me sembra.

Domanda: La maggior parte delle istituzioni, la magistratura, abbiano detto no.

Tarfusser: Ma sono le solite battaglie di retroguardia della magistratura. Ma comunque questa…

Domanda: Detto da un magistrato…quindi lei lo farebbe e li chiederebbe.

Tarfusser: No, no, ma scusi, mi lasci dire. Allora, questo è una cosa: il principio. Si farli. Poi parliamo del metodo, di come farli, per evitare che ci siano interferenze di tipo politico, che ci siano delimitazioni all’autonomia dell’indipendenza, tutto quello che si vuole, ma oggi si può fare tutto, però il principio che li si debba fare e che li si debba fare tutti, e li si debba fare…aggiunga anche questo…periodicamente. Perché non serve…farli solo all’inizio.

Domanda: No certo, perché uno li fa all’inizio poi dopo…

Tarfusser: Anche perché la magistratura ti forgia anche in termini negativi, il carattere, no, negli anni

Domanda: Negli anni…

Tarfusser: L’arroganza, il fatto di credere di essere infallibili, ecc. Cioè, tutto questo in qualche modo ti forma il carattere, ti sviluppa.

Domanda: Ti modifica, rischia di modificare anche il pregio.

Tarfusser: Tant’è che, quando io ho iniziato…dissi al mio miglior amico di allora, che lo è ancora…poi ognuno di noi ha pochissimi amici, come si scopre poi negli anni…gli dissi, guarda se ti accorgi che io cambio, dimmelo. Perché io posso anche non accorgermene.

Domanda: Chiaro.

Tarfusser: Non mi ha mai detto nulla, peraltro.

Domanda: Vabbè, ecco perché è…è rimasto il migliore amico.

Tarfusser: Esatto.

Estratto trascritto dall’intervista a Cuno Tarfusser, programma radiofonico “Uno, nessuno, centoMilan”

Titolo: Della giustizia internazionale in tempo di guerre.

Alessandro Milan e Leonardo Manera

Dal minuto 12 e 14 secondi a minuto 15.