“Si parla male degli avvocati fin quando non ne hai bisogno”: un magistrato ricorda il ruolo dell’avvocato (di Riccardo Radi)

Il magistrato Giacomo Ebner è sempre stato un giudice che ha permesso ed amato il confronto in aula tra le parti.

A Roma i suoi anni da giudicante li ricordiamo con grande piacere per la sua disponibilità all’ascolto e al confronto senza preconcetti e per il clima sereno che si respirava nei procedimenti da lui presieduti.

Celebre la sua frase: “La giustizia è guardarsi negli occhi”.

Nei suoi comportamenti in aula ha sempre di fatto sottolineato il ruolo essenziale dell’avvocato e la necessità del confronto-scontro in aula tra il pubblico ministero e l’avvocato per permettere al giudicante di decidere serenamente.

 “Gli avvocati sono percepiti come azzeccagarbugli fino a quando non si rendono necessari.

A quel punto diventano un punto di riferimento essenziale.

Spesso sono costretti anche a fare da psicologi o pedagoghi per i loro assistiti. In questi casi il ruolo che rivestono diviene importantissimo.

Purtroppo si parla male degli avvocati, si ironizza su di loro, fin quando qualcuno non ne ha bisogno.

Ritengo il ruolo dell’avvocato essenziale: io, in qualità di giudice, posso decidere bene solo grazie all’apporto che gli avvocati danno in aula.

È solo grazie alla contrapposizione tra pubblico ministero e avvocato che io posso emettere serenamente una sentenza.

 Io non sono mai arrivato ad una discussione con idee pre-ordinate: per me è decisivo il confronto tra le parti. Io sono innamorato della mia categoria ma ritengo l’avvocato uno dei cardini della giustizia.

La giustizia non appartiene solo ai magistrati”.

Il dottor Ebner, nel corso di una intervista del 25 ottobre 2022, alla domanda “Quale è il modo per limitare il potere dei magistrati?” ha risposto così:

“I giudici non hanno potere.

Sono i pubblici ministeri che hanno potere, e quando ero Gip questo peso lo sentivo. Il Pm tende a essere un superpoliziotto. Non deve essere così. Poi ci sarebbe un altro modo: l’unione delle carriere di avvocati e magistrati”.

Modello Germania, dove dopo laurea e esame di Stato, segue un tirocinio negli uffici giudiziari e negli studi legali. Poi sia affronta un ulteriore esame, superato il quale si sceglie una delle professioni legali…

“Sono favorevole a questo tipo di formazione.

Chi sa solo di diritto non sa nulla di diritto. Se ti concentri sulle carte e basta non hai la visione del diritto. Il diritto non è solo dei tecnici: è una sinergia.

La legalità si trasmette attraverso l’esperienza e la narrazione”.

Che dire? Solo constatare quanto sarebbe costruttivo ed utile seguire l’esortazione: “La giustizia è guardarsi negli occhi”.