L’avvocato che difende dieci persone offese nello stesso procedimento deve depositare dieci atti abilitanti, uno per ciascuna di esse.
È il teatro dell’assurdo della giustizia di tutti i giorni che conoscono solo gli avvocati che esercitano.
La situazione dei depositi obbligatori mediante portale rasenta l’assurdo e non trascorre giorno senza che professionisti legali e assistiti sperimentino che la presunta modernità messa in mano a persone che sanno poco di diritto e nulla di tecnologia genera mostri.
È davvero ora che gli avvocati facciano sentire direttamente, senza attendere oltre, la propria voce al Ministero e al Ministro di Giustizia.
Per questo, ed ancora una volta, Terzultima Fermata si fa promotrice di un’azione dal basso perché dalle parti di via Arenula finalmente constatino e riparino le tante storture che ogni giorno crea il portale.
Solo così sarà possibile modificare l’esistente da qui al 31 dicembre 2024, data che appare lontana, ma nell’inerzia che circonda il pianeta giustizia molto più vicina di quanto si creda.
La situazione assurda è tollerata, per la semplice ragione che al Ministero non sanno cosa accade nella prassi di tutti i giorni, quella realtà che conoscono solo gli avvocati ma soprattutto i cittadini (parti del processo, persone offese, imputati) che sono chiamati a pagare un costo in tema di esercizio dei diritti riconosciuti.
Da ultimo segnaliamo quanto avvenuto oggi ad un collega di Roma che scrive: “Quando l’inutile e cavilloso formalismo diventa ridicolo e inaccettabile: difendo più di dieci persone offese in un procedimento in fase di indagine (il 415 cpp è in notifica) a carico di un solo indagato.
Ho richiesto il 335 a nome di una delle p.o. (queste hanno tutte sporto querela per il medesimo fatto nominando espressamente me quale difensore nell’atto di querela) ed ho ottenuto il numero di procedimento ed il nome del PM. Il procedimento vede appunto come p.o. dodici persone da me rappresentate.
Ho anche parlato con il Pm titolare del procedimento dopo aver richiesto e ottenuto formale appuntamento. Ora, mi sono state respinte tutte le nomine depositate tramite PST poiché ho inserito come atto abilitante il 335 ottenuto a richiesta di una delle p.o. (si dice: “respinto per incongruenza tra nome della p.o. e l’atto abilitante”). Ma che avrei dovuto fare?
Richiedere dodici certificati 335 per ognuna delle p.o che assisto?
il procedimento è uno solo e vi sono dodici p.o. che mi hanno nominato nella querela.
Chi è preposto al controllo lo sa bene.
È veramente ridicolo ed illogico….”
Con il decreto ministeriale 217 del 29 dicembre 2023 il Ministero ha emanato il regolamento attuativo che rinvia in generale al 31 dicembre 2024 l’entrata in vigore dell’obbligatorietà del Portale ma che prevede, dal 15 gennaio 2024, un significativo allargamento dei depositi obbligatori telematici in specifiche fasi processuali e presso specifici uffici giudiziari.
Segnaliamo che è previsto il deposito obbligatorio dei seguenti atti mediante Portale: atti da depositare durante fase delle indagini preliminari, nei procedimenti di archiviazione di cui agli articoli 408, 409, 410, 411 e 415 del codice di procedura penale e nei procedimenti di riapertura delle indagini di cui all’articolo 414 del codice di procedura penale nonché la nomina del difensore e la rinuncia o revoca del mandato indicate dall’articolo 107 del codice di procedura penale.
Le storture del portale sono molteplici e la più evidente di queste è l’atto abilitante.
Trovo aberrante che gli avvocati abbiano accettato di sottostare ad una richiesta priva di senso per esercitare il sacrosanto diritto di difesa.
Ogni volta che sono costretto al deposito di una nomina difensiva il portale telematico diventa una sorta di roulette russa che il più delle volte mi costringe a snervanti attese condite da improperi indicibili (quali? La prossima volta magari ci scrivo un pezzo apposito).
La situazione paradossale che si è creata per poter esercitare il diritto di difesa nasce da una comunicazione della DGSIA (Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati) dell’11 febbraio 2021, allegata alla fine del post.
In essa la DGSIA ha specificato che ai fini del deposito mediante Portale deposito atti penali delle nomine, in fase di indagine pre art. 415-bis cod. proc. pen. è necessario allegare il c.d. “Atto abilitante”, ovvero un atto dal quale risulti “la conoscenza del procedimento a carico del proprio assistito o nel quale il soggetto sia parte offesa”.
Ci rendiamo conto dell’assurdo sistema che abbiamo tollerato?
Per poter difendere l’assistito, indagato o parte offesa, che mi ha conferito il mandato devo allegare un atto abilitante altrimenti la nomina non viene accettata.
Dove è scritto nel codice che il diritto di difesa necessita dell’atto abilitante?
La nomina non è più sufficiente, ora si deve individuare l’atto abilitante.
Tutto questo genera i paradossi segnalati all’inizio dell’articolo che sono vuoti formalismi che incidono sulla vita dei cittadini che chiedono giustizia.
La situazione determinata dal portale non è più tollerabile e gli avvocati non possono più aspettare sterili “interlocuzioni” ma devono passare all’azione direttamente segnalando in prima persona le molteplici storture del portale.
Per questo ed ancora una volta Terzultima Fermata scende in campo per farsi promotrice di una azione dal basso per segnalare al Ministero e al Ministro della Giustizia le tante storture che ogni giorno crea il portale.
Solo così sarà possibile modificare l’esistente, per la semplice ragione che i capi della giustizia sanno poco di diritto applicato e niente di tecnologia e se la modernità è messa in mano incapaci genera mostri.
Terzultima Fermata si fa promotrice di una campagna di sensibilizzazione presso il Ministero della Giustizia per segnalare le molteplici incongruenze del portale telematico.
Avvocati, siete invitati a inviare una pec o email agli indirizzi sottostanti:
e-mail: protocollo.gabinetto@giustizia.it
pec: capo.gabinetto@giustiziacert.it gabinetto.ministro@giustiziacert.it
