È lo straordinario inizio del Processo di Franz Kafka.
Straordinario per la qualità drammatica di quelle poche parole ma ancora di più perché in esse è già racchiusa l’intera storia e il resto del romanzo serve solo a descrivere il meccanismo infernale che porta alla distruzione di un uomo incolpevole.
Calunnia, innocenza, arresto, processo, condanna: queste le parole chiave della storia.
Un’accusa infondata, poco importa se di un accusatore pubblico o privato.
Un processo vago, indefinito, indecifrabile.
Una sensazione di crescente ineluttabilità dell’epilogo, voluto non si sa bene da chi e per quale ragione.
Infine la condanna che segna il destino di Joseph Kafka e si confonde con la sua stessa vita.
Quante volte abbiamo assistito a questa filiera letale? E quante volte abbiamo osservato all’opera folle plaudenti disinteressate alla colpa o alla sua assenza e invece spasmodicamente attratte dallo spettacolo della dissipazione di una vita?
Si tenga conto anche di questo quando si discute dell’emendamento Costa.