Cambia e cambierà ancora la composizione della Corte costituzionale: come sarà negli anni a venire? (di Vincenzo Giglio)

L’11 novembre hanno cessato le funzioni per fine mandato i giudici costituzionali Daria De Petris e Nicolò Zanon, entrambi di nomina presidenziale.

Ordinaria di diritto amministrativo presso l’Università di Trento e avvocato la prima, ordinario di diritto costituzionale presso l’Università di Milano e avvocato il secondo.

In loro sostituzione il Capo dello Stato ha nominato il professore Giovanni Pitruzzella e la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi.

Entrambi, al pari dei loro predecessori, vantano un curriculum prestigioso: ordinario di diritto costituzionale presso l’Università di Palermo, avvocato, presidente dell’Antitrust e da ultimo Avvocato generale presso la Corte di Giustizia dell’Unione europea il primo; ordinaria di diritto dell’economia e prorettrice presso l’Università Bocconi di Milano nonché componente dell’ASIF (Autorità di supervisione e di informazione finanziaria del Vaticano) nonché sottosegretario del dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede guidato dal cardinale portoghese Josè Tolentino de Mendonça la seconda.

Rimane ancora un posto vuoto nella Consulta ed è quello lasciato libero dalla professoressa Silvana Sciarra, giuslavorista. Spetta al Parlamento la nomina del suo successore e, trattandosi di un unico seggio da assegnare il che rende impossibili negoziazioni politiche volte ad assicurare un equilibrio rappresentativo ed essendo richiesta una maggioranza assai elevata (due terzi degli aventi diritto al voto nei primi tre scrutini, tre quinti a partire dal quarto scrutinio), tutto lascia pensare che la sostituzione avverrà solo a partire dal dicembre 2024, allorché cesseranno dalle funzioni altri tre giudici costituzionali di nomina parlamentare e precisamente Franco Modugno, Augusto Barbera e Giulio Prosperetti.

Comunque sia, le nomine recenti e quelle che seguiranno alla fine del prossimo anno comporteranno nel loro complesso un significativo rinnovamento della composizione della Corte costituzionale.

Giovanni Pitruzzella e Antonella Sciarrone Alibrandi sembrano condividere un tratto comune: le carriere di entrambi li hanno resi attenti e profondi attori ed esperti di temi giuridici fortemente connessi al diritto eurounitario, particolarmente nella sua prospettiva economico-finanziaria e concorrenziale.

La loro nomina sembra dunque accrescere tanto la sensibilità europeista della Consulta quanto la sua capacità di interpretare efficacemente i complessi equilibri e i sottostanti interessi propri dell’ambito unionale.

La Corte costituzionale, tuttavia, non esaurisce in questo il suo compito, spettandole dall’alto della sua funzione una costante pedagogia istituzionale a difesa delle prerogative essenziali dei consociati.

La consapevolezza di tale compito è probabilmente alla base di quella tendenza contemporanea che il costituzionalista Antonio Ruggeri (a questo link per la consultazione sulla rivista Diritti Fondamentali) definisce la flessibilizzazione dei testi di legge, insieme necessaria e impossibile, per il tramite della giurisprudenza costituzionale.

È come dire che nelle stagioni in cui aumenta la pressione revisionista e ribassista sui diritti e sulle libertà costituzionali la Consulta accentua il suo ruolo di baluardo anche a costo di invadere l’ambito di esclusiva spettanza del legislatore.

La speranza è dunque che, accanto a profondi conoscitori della tecnocrazia europea, siano chiamati a sedersi giuristi pronti a schierarsi dalla parte dell’uomo.