La redazione di un ricorso per cassazione: consigli e dritte dai protocolli del Consiglio nazionale forense (di Riccardo Radi)

Sul sito web del CNF sotto la voce “Utilità per la professione” troviamo schemi per la redazione dei ricorsi in cassazione in materia civile, tributaria e penale.

Lo scopo dichiarato è di agevolare gli avvocati nella redazione del ricorso con “l’obiettivo di favorire la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali”.

Sicuramente iniziativa lodevole, l’unica nota stonata è che i protocolli sono stati sottoscritti il 17 dicembre 2015 e di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

Forse necessitano di un restyling o di qualsiasi di più per raggiungere lo scopo prefissato di “dare maggiori certezze agli avvocati circa l’ammissibilità dei ricorsi e rendere il giudizio di legittimità più veloce ed efficace”.

Sarebbe un sogno che si avvera se bastasse seguire i protocolli per avere “certezze” di superare il vaglio di ammissibilità ma – non se ne dispiacciano gli amici del CNF – qualche dubbio rimane.

Comunque sia, la lettura dei consigli è istruttiva.

Nei protocolli viene indicato uno schema redazionale dei ricorsi, che ne definisce “i limiti di contenuto, ne agevola l’immediata comprensione da parte del giudicante e sono fornite alcune indicazioni per l’attività di difesa, l’osservanza delle quali ottempera al principio di autosufficienza”.

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