Sul sito web del CNF sotto la voce “Utilità per la professione” troviamo schemi per la redazione dei ricorsi in cassazione in materia civile, tributaria e penale.
Lo scopo dichiarato è di agevolare gli avvocati nella redazione del ricorso con “l’obiettivo di favorire la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali”.
Sicuramente iniziativa lodevole, l’unica nota stonata è che i protocolli sono stati sottoscritti il 17 dicembre 2015 e di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.
Forse necessitano di un restyling o di qualsiasi di più per raggiungere lo scopo prefissato di “dare maggiori certezze agli avvocati circa l’ammissibilità dei ricorsi e rendere il giudizio di legittimità più veloce ed efficace”.
Sarebbe un sogno che si avvera se bastasse seguire i protocolli per avere “certezze” di superare il vaglio di ammissibilità ma – non se ne dispiacciano gli amici del CNF – qualche dubbio rimane.
Comunque sia, la lettura dei consigli è istruttiva.
Nei protocolli viene indicato uno schema redazionale dei ricorsi, che ne definisce “i limiti di contenuto, ne agevola l’immediata comprensione da parte del giudicante e sono fornite alcune indicazioni per l’attività di difesa, l’osservanza delle quali ottempera al principio di autosufficienza”.
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