La decisione di ieri pomeriggio del Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense di differire al 31 dicembre 2023 la riscossione del contributo minimo integrativo nella misura rivalutata di euro 805,00, forse stimolata dall’anticipazione di Terzultima Fermata (link articolo https://terzultimafermata.blog/2023/09/06/avvocati-aprite-il-portafoglio-vi-tocca-pagare-1-82669-euro-per-la-quarta-rata-della-cassa-di-riccardo-radi/?fbclid=IwAR22cBaL-h4YRUWi75-628NbfdI60kONlpf5VwShp_AL6jFP80L4JewgR0Y), creerà un doppio pagamento per gli avvocati alla fine dell’anno.
Una scelta giusta?
Lo spazio di manovra era ristretto e per addolcire il boccone amaro si è deciso di rinviare a dicembre il pagamento del contributo minimo integrativo e mantenere fermo il termine del 30 settembre per il pagamento della quarta rata del contributo soggettivo minimo (€ 974,00 salvo agevolazioni previste dai regolamenti) e del contributo di maternità (€ 82,69).
Certo che pagare la seconda rata dei contributi in autoliquidazione per le eventuali eccedenze a titolo di contributo soggettivo ed integrativo, calcolate automaticamente in sede di compilazione telematica del modello 5, insieme al contributo minimo integrativo non sarà facile per le tasche sempre più vuote degli avvocati.
Non vorrei dare l’impressione di personalizzare troppo ma a me tocca versare 2.251,50 + 805,00 € e già penso al taglio drastico di regali sotto l’albero di Natale e alla sera del 31 dicembre quando addenterò speranzoso la lenticchia intonando canti propiziatori per il 2024.
La Quaresima anticipata ci attende grazie a Cassa Forense.
