All’avvocato brucia la casa e il giudice gli nega il legittimo impedimento (di Riccardo Radi)

Sconcerto e incredulità alla lettura della nota diffusa dal COA di Catania (allegata alla fine del post) in merito al provvedimento del Tribunale di Catania che ha respinto l’istanza di legittimo impedimento avanzata da un collega sul presupposto che la sua abitazione si trovava in una zona di Catania colpita da un vasto incendio e pertanto, anche per esigenze di tutela della propria incolumità fisica il legale chiedeva il rinvio dell’udienza.

Il tribunale respingeva l’istanza rilevando che l’approssimarsi della prescrizione (in realtà sarebbe stata sospesa dal l’accoglimento dell’istanza e per non onerare la cancelleria della notifica del rinvio) ohibò!

Il Giudice” – spiegano preoccupati il presidente del Coa di Catania, Antonino Guido Distefano, e il consigliere segretario, Santi Pierpaolo Giacona -, “ha rigettato l’istanza, ritenuta sia l’imminenza della prescrizione, non configurabile, sia per evitare oneri ed incombenze di notifica alla cancelleria. Appare gravissima l’affermazione del principio che l’esigenza di evitare una notifica possa ritenersi sufficiente a calpestare il legittimo impedimento del difensore“.

Viene in mente la famosa espressione di Tito Livio (Storie, XXI, 7): “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (“Mentre a Roma si perde tempo discutendo, Sagunto viene espugnata”).

Erano i tempi della seconda guerra punica, nulla di paragonabile ad oggi.

Restano attuali invece le idee di totale indifferenza a un problema della vita e di incapacità di riconoscere e proteggere ciò che conta di più.