“Alcuni magistrati credono che correggere un errore significhi attentare all’autorità della Giustizia.
Una minoranza, certo, ma ancora troppo numerosa, e soprattutto coperta da uno spirito di corpo per nulla giustificato dall’interesse dell’istituzione.
L’errore è umano. Non sparirà mai. Ma è possibile fare in modo che divenga più raro, e, qualora si verifichi, che sia corretto senza indugi.
Se è vero che ogni uomo che non vive sulla luna è ben consapevole della fallibilità umana e non ignora che anche i giudici possono sbagliare, è anche vero che in considerazione degli irreparabili e devastanti effetti che derivano dagli errori giudiziari, l’ordinamento giuridico dovrebbe garantire:
la più severa vigilanza sulla condotta del magistrato inquirente e di quello giudicante affinché la loro funzione non sia inficiata dalla passione e dal fanatismo;
la più assoluta e rigorosa applicazione del principio di presunzione di innocenza dell’imputato;
la più grande “lontananza” possibile (in senso fisico e professionale) del magistrato inquirente da quello giudicante;
l’obbligo per il magistrato di rispondere di fronte alla legge, ove abbia commesso gravi errori nell’esercizio della sua funzione”.
Come dovrebbe essere … ma non sarà mai.
Jacques Verges anche detto “l’avvocato del terrore” è stato al servizio di una dottrina dreyfusarda classica, ispirata al più ferreo garantismo giuridico e all’avversione pugnace contro l’ingiustizia.