Punizioni corporali agli studenti disabili (di Riccardo Radi)

Le punizioni corporali a scuola sono in uso e la proposta di eliminarle, quantomeno per gli studenti disabili, è stata respinta.

Non parliamo di Stati oscurantisti ma degli Stati Uniti di America dove in almeno diciannove stati dell’Unione le punizioni corporali agli studenti di ogni età e grado sono legali e in almeno una decina se ne fa uso regolare.

Questa usanza è diffusa in particolare nelle zone rurali degli Stati uniti meridionali, dalla Georgia alla Louisiana, dal Mississippi al Texas.

Tristemente, anche se non sorprendentemente giacché questo fenomeno si concentra negli Stati del Sud, dove ne sono vittime in particolare gli studenti più disagiati, i ragazzi neri e quelli disabili.

La notizia, di oggi, è che lo Stato dell’Oklahoma ha respinto la legge che avrebbe proibito le punizioni corporali nei confronti degli studenti disabili.

Il provvedimento, proposto dal deputato repubblicano John Talley, non ha ottenuto la maggioranza ed è stato bocciato.

Per punizioni corporali si intende l’uso, tra gli altri, di schiaffi e sculacciate come forma di disciplina.

Le punizioni fisiche sugli studenti disabili non dovrebbero essere presenti nelle aule scolastiche” ha sottolineato Talley, l’affermazione sembra scontata ma la maggioranza la pensa diversamente e c’è tra i deputati chi ha invocato la Bibbia per giustificarsi.

La verga e il rimprovero danno saggezza, ma il fanciullo lasciato a se stesso fa vergogna a sua madre“, ha detto il deputato Gop Jim Olsen citando l’Antico Testamento.

Ha anche aggiunto, tirando in ballo un elettore, che i bambini disabili non rispondono alle motivazioni positive e che invece rispondono molto bene alla punizione corporale.

Quindi vergate e rimproveri per tutti anche per i disabili-

In questi luoghi degli Stati Uniti d’America non hanno mai letto Gianni Rodari: “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”.

E soprattutto, aggiungiamo noi, vale la pena far credere a un bambino che la violenza sarà sempre parte del mondo in cui vivrà?