
Alla fine di ogni semestre la Direzione investigativa antimafia (DIA) pubblica una relazione di aggiornamento sulle proprie attività d’istituto, i dati che le esprimono e le analisi anche predittive che ne vengono tratte.
L’ultima di queste relazioni è quella per il secondo semestre 2021 (allegata in calce a questo post) ed è come di consueto interessante soprattutto nella parte che descrive le linee evolutive della criminalità organizzata.
Le sintetizzo qui di seguito.
Le mafie sono tutt’altro che debellate.
In un recente studio la Banca d’Italia ha affermato che “i volumi di affari legati alle attività illegali –attraverso le quali la criminalità organizzata si finanzia e si arricchisce – sono ingenti e si può stimare che rappresentino oltre il 2 per cento del PIL italiano. A tali valori occorre poi aggiungere i proventi delle mafie ottenuti attraverso l’infiltrazione nell’economia legale”.
Le ingenti risorse prodotte dalle attività illegali sono sempre più impiegate nel mercato legale e, a tal fine, i clan tendono a creare teste di ponte nelle Regioni con “un PIL pro capite più elevato e una maggiore dipendenza dell’economia locale dalla spesa pubblica e quindi verso territori con maggiori opportunità di investimento, di profitto e di estrazione di rendite. Anche il livello di corruzione della pubblica amministrazione è positivamente associato alla presenza mafiosa, indicando una maggiore vulnerabilità al potere corruttivo delle mafie”, avvalendosi della attiva collaborazione di professionisti e funzionari infedeli.
Le più recenti analisi indicano un aumento esponenziale delle transazioni finanziarie mediante l’uso di blockchain per lo scambio di rappresentazioni digitali di valore quali criptovalute e NFT (Non fungible tokens).
Così il fenomeno viene descritto nella relazione DIA: “Le cripto attività rappresentano, dunque, oggi un fenomeno in netta espansione che travalica i confini continentali e che è connotato da un’estesa diffusione di piattaforme che attirano un numero sempre maggiore di professionisti e investitori spinti dall’opportunità di moltiplicare i propri investimenti mediante l’acquisito di criptovalute e di NFT pur se intrisi di elevati profili di rischio.
Tra le principali piattaforme in via di diffusione per lo scambio di criptovalute si collocano le più note Etoro, XTB, Bitpanda, Plus500, Binance e Crypto.com. Si tratta di applicazioni utilizzabili con smartphone, che consentono l’apertura di veri e propri conti correnti da remoto e che stanno riscuotendo un particolare successo anche tra i più giovani affascinati dalla possibilità di incrementare i loro guadagni appagati nel contempo dalla valorizzazione della loro naturale all’utilizzo di tecnologie digitali. Analogo positivo riscontro si osserva nel mercato degli NFT21 le cui compravendite regolate esclusivamente con criptovalute e che riscuotono sempre più interesse specie in quanto consentono di accedere senza restrizioni allo spazio virtuale rappresentato dal metaverso.
Tra le piattaforme più note a tale riguardo si colloca Opensea che è un marketplace americano con sede a New York City accessibile anche mediante app per Android e IOS, il cui interscambio è regolato sullo standard Ethereum22, che consente di selezionare gli NFT d’interesse ripartiti per categorie ed autore. Numerose società ed analisti di settore convergono sulla previsione di una repentina crescita dell’economia digitale strutturata soprattutto nel metaverso che rappresenta una nuova frontiera per lo sviluppo di emergenti modelli di business attorno ai quali si è già accesa la competizione tra i principali colossi interessati ad acquisire fette consistenti di dominio del relativo mercato“.
Come sempre le mafie si muovono veloci e fanno presto a comprendere l’utilità di ogni nuova tecnologia disponibile e sfruttarla a loro vantaggio.
Come sempre le agenzie antimafia – e tra queste la DIA in primo piano – hanno il compito di contrastare i disegni criminali e prima ancora di comprenderli e analizzarli.
Certo è che i territori virtuali diventeranno e, a quanto pare, hanno già cominciato a diventare, uno degli scenari sui quali lo Stato e l’antistato si impegneranno più a fondo.

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