Urbanistica Milano: la cassazione non basta il conflitto di interessi a far scattare la corruzione e poi dov’è la prova del “pactum sceleris”? (Redazione)

La Cassazione penale sezione 6 con la sentenza numero 40720 depositata il 18 dicembre 2025, in tema di corruzione, ha sottolineato che il riferimento al carattere “sistemico” o “ambientale” del fenomeno corruttivo non può surrogare, neppure in sede cautelare, la mancata prova degli elementi costitutivi del reato contestato.

La violazione del dovere di astensione del pubblico ufficiale in costanza di conflitto d’interessi non dimostra di per sé la sussistenza di un accordo corruttivo, essendo necessaria la rigorosa dimostrazione del “pactum sceleris”, ossia che il compimento dell’atto contrario ai doveri d’ufficio sia stato la causa della prestazione dell’utilità e della sua accettazione.

Anche i benefici leciti, quali compensi professionali regolari e documentati, possono costituire il prezzo della corruzione solo se inseriti in una relazione sinallagmatica di tipo finalistico-strumentale rispetto all’esercizio dei poteri o al compimento dell’atto illecito, non essendo sufficiente la mera circostanza della intervenuta dazione di utilità: ne consegue l’annullamento della misura cautelare

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