La cassazione penale sezione 6 con la sentenza numero 30125/2025 ha ricordato che nel delitto di truffa, l’ingiustizia del profitto deve essere valutata avendo riguardo al momento in cui l’agente consegue l’utilità ottenuta con l’inganno, perché la fattispecie di cui all’art. 640 cod. pen. costituisce reato istantaneo e di danno.
Fattispecie in cui la Suprema Corte ha ritenuto correttamente individuato il momento consumativo del reato in quello della presentazione al Comune, da parte del titolare di concessione demaniale marittima, di modelli F23 falsificati per far apparire integralmente versati i canoni demaniali dovuti, siccome a tale condotta conseguivano un indebito risparmio di spesa e la mancata decadenza per morosità, a nulla rilevando il successivo ridimensionamento del profitto per effetto della sentenza della Corte cost. n. 29 del 2017, la quale ha stabilito l’inapplicabilità alle concessioni in corso dei criteri commisurativi aggiornati dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296.
