Ha preso il via a Roma il comitato per il “SI”, presentato dall’Unione Camere Penali Italiane , essendo questa riforma figlia del nostro impegno di raccolta delle firme avvenuta nel 2017 con 70.000 firme a favore della Separazione delle carriere, che i penalisti italiani hanno raccolto nelle piazze.
Infatti, questa riforma disarticola il potere politico all’interno della magistratura, che con le correnti politiche, in questo momento, governa, da decenni, le carriere, anche di quei magistrati che vorrebbero più meritocrazia, inquinando l’indipendenza, dai poteri politici, della Magistratura.
La disarticolazione politica renderà più indipendente il magistrato e l’intera istituzione, che non sarà più sottoposta all’influenza delle correnti.
In primo luogo, la carriera dei P.M sarà gestita senza conflitti con la carriera del giudicante e così, anche, per il giudicante che non subirà influenze dal pubblico ministero.
Come è possibile rilevare, la questione della “separazione delle funzioni”, ossia quella che ci propinano, in questi giorni alcuni magistrati illustri e che riguarda il limitato passaggio dei magistrati dalla funzione requirente( ossia pubblico ministero) alla funzione Giudicante, è cosa ben diversa e più superficiale e non va confusa con la “separazione delle carriere” che, invece, riguarda le correnti politiche interne alla Magistratura e di cui non vi parlano i magistrati presenzialisti nei talk nazionali . Inoltre l’alta Corte di Giustizia che verrà istituita, consentirà, ulteriormente, con il sorteggio, di sottrarre potere politico alle correnti politiche della magistratura, privandoli del potere di decidere.
Ci saranno due consigli superiori della magistratura, uno per i Pubblici Ministeri e uno per i Giudicanti.
Separare le carriere dei magistrati significa che giudici e pubblici ministeri facciano le loro legittime carriere senza che vi sia una commistione tra giudicanti e requirenti, senza che vi possa essere un atteggiamento di commistione di interessi tra i due ruoli .
Sì, la separazione delle carriere dei magistrati è un principio che mira a garantire l’indipendenza e l’imparzialità della giustizia.
Separare le carriere dei giudici e dei pubblici ministeri può aiutare a prevenire influenze indebite e a garantire che entrambi i ruoli possano svolgere le loro funzioni senza condizionamenti.
Questo principio è importante per assicurare che la giustizia sia amministrata in modo equo e trasparente, e che i cittadini possano avere fiducia nel sistema giudiziario.
La separazione delle carriere può anche aiutare a prevenire conflitti di interessi e a promuovere una maggiore accountability all’interno del sistema giudiziario.
In sintesi chi dice che con questa riforma si vuole mettere la magistratura sotto il controllo politico, sta sviando dal problema centrale, poichè il vero fine dell’intervento legislativo, di modifica costituzionale, consentirà di rendere la magistratura libera dalle influenze politiche, soltanto, votando SI , mentre, votando NO si lascerà il magistrato in mano alle correnti politiche .
