Sorteggio dei magistrati: perché Armata Brancaleone se il 99% di loro riceve valutazioni positive da parte del CSM? (Riccardo Radi)

Scusatemi sarò un pensiero debole ma mi sono chiesto perché il sorteggio dovrebbe essere paragonato ad una “scelta con i dadi”, o si richiama l’armata Brancaleone (alludendo agli incompetenti e impreparati) se, in sede di valutazione di professionalità per l’avanzamento di carriera, il CSM negli ultimi 5 anni ha valutato 9.797 magistrati e di questi solo 47 hanno ricevuto una valutazione negativa?

Sono todos caballeros bravi e preparati solo per l’avanzamento di carriera?

Anche il Fatto Quotidiano si è stupito: Valutazione toghe, il Csm certifica: appena 51 casi negativi su 10mila – Il Fatto Quotidiano, peccato che cavalchi la vulgata che il sorteggio mini l’indipendenza dei magistrati.

Il Ministero della Giustizia ha fornito i seguenti dati rispondendo ad una interrogazione dell’On. Enrico Costa: “Tra il 1° gennaio 2021 e il 21 ottobre 2025, sono stati valutati 9.797 magistrati ai fini della progressione di carriera il 99% ha ricevuto giudizi positivi.

Nel 2021, su 2.103 valutazioni totali, 2.092 risultano positive. Percentuali simili anche negli anni successivi: 99,23% nel 202299,41% nel 202398,85% nel 2024 e 98,69% nel 2025.

Sono risultati tutti bravissimi e super preparati ed allora perché il sorteggio dovrebbe minare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura?

Se pesco in un cesto dove ci sono tutte mele perfette e quasi impossibile pescare una mela bacata.

A meno che, come scrivono due magistrati, le percentuali bulgare di preparazione dei magistrati nascondono “rapporti di stile inutilmente elogiativi”.

Giovanni Zaccaro, Valutazioni di professionalità dei magistrati: lacune del sistema e soluzioni, pubblicato il 29 maggio 2017 sul sito web dell’ANM, consultabile a questo link: Valutazioni di professionalità dei magistrati: lacune del sistema e soluzioni | La Magistratura | Associazione Nazionale Magistrati

Vi si legge tra l’altro che “è molto frequente leggere rapporti informativi di stile, inutilmente elogiativi, privi di indicazioni reali sul lavoro del magistrato, redatti più per compiacere (o non dispiacere) il magistrato in valutazione. Ci si stupisce nel leggere di colleghi, la cui scarsa professionalità è nota, descritti come novelli Calamandrei ma potrebbe, addirittura, corrersi il rischio opposto di rapporti informativi “punitivi” per magistrati invisi al dirigente o che si siano permessi di proporre osservazioni alle decisioni in materia tabellare.

Questo è uno dei punti sui quali l’ANM dovrebbe insistere per consentire la maturazione della magistratura italiana. Il rapporto informativo, e il successivo parere, sono fondamentali per descrivere la carriera di ogni magistrato e devono essere redatti prendendo posizione sui singoli parametri e indicatori elencati nella circolare, senza inutile aggettivazione e soprattutto riferendo fatti e dati concreti”. Considerazioni di analogo tenore si devono al magistrato I. Mannucci Pacini, Basta aggettivi! in Questione Giustizia, 20 marzo 2019. Secondo l’Autore “la prassi non è mutata, le eccellenze hanno continuato a proliferare. Sia chiaro, noi riteniamo che la gran parte dei colleghi sottoposti a valutazione svolgano in modo del tutto adeguato le funzioni giurisdizionali, che abbiano solida preparazione giuridica e siano in grado di organizzare il proprio ruolo e il proprio ufficio, ma è la ricerca dell’aggettivo, che pone alcuni al di sopra degli altri, a sembrarci non conforme alle necessità della valutazione quadriennale di professionalità. Non siamo tutti uguali, alcuni sono del tutto adeguati, altri presentano qualche criticità con riguardo ai parametri di valutazione, ma è il gioco al rialzo che non ci piace. Il problema, poi, non è solo dell’eccellenza. È il sistema degli aggettivi a mostrare tutti i suoi limiti. In Consiglio si discute spesso su adeguato, buono, ottimo, eccellente, come se il parere dovesse creare una graduatoria da giocarsi nella carriera futura. Non è così! Le valutazioni periodiche servono a segnalare criticità, non a fare una graduatoria di aggettivi”.