La notizia dell’utilizzo di software generativi o algoritmi predittivi tipo Chatbot, Copilot, Gemini, Perplexity per scrivere le sentenze è arrivata in Parlamento, dove è stata presentata il 28 ottobre una interrogazione a risposta scritta che chiede al Ministro della Giustizia di sapere:
“…così come si apprende da organi di stampa, la terza sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio una pronuncia della Corte d’appello di Torino in un procedimento riguardante una donna accusata di evasione fiscale;
la Suprema Corte ha rilevato come molti precedenti giurisprudenziali citati nella sentenza fossero inventati o errati (ricordiamo il nostro post poi ripreso anche da il Dubbio: Giudici inventano sentenze come precedenti forse hanno utilizzato l’intelligenza artificiale ma sono stati pizzicati dalla Cassazione (Riccardo Radi) – TERZULTIMA FERMATA )
dagli elementi emersi dalla vicenda sembrerebbe evidente il ricorso, in modo improprio, a strumenti di intelligenza artificiale creativa;
l’utilizzo poco consapevole di tali tecnologie senza adeguata revisione umana da parte dei giudici può comportare episodi di malagiustizia che hanno un impatto in termini di costi e di tempistiche nella risoluzione dei procedimenti –:
se il Ministro interrogato, in ordine ai fatti esposti in premessa, intenda avviare un’azione disciplinare”.
In attesa della risposta del Ministro, si attendono iniziative sul versante disciplinare nei confronti di chi ha usato scorciatoie per motivare provvedimenti che incidono sulla vita delle persone.
