Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha recentemente emanato una circolare (allegata al post) con cui afferma che:
• le richieste di copia integrale dei fascicoli tramite PEC non possono essere evase;
• tali richieste vengono considerate come “richieste generiche”;
• l’avvocato, anche se di foro diverso, deve recarsi personalmente in Cancelleria per individuare gli atti di interesse;
• non è previsto il rilascio di copie tramite supporti informatici (USB, CD, DVD).
Una scelta motivata dalla mancanza di personale e dal carico di lavoro.
Ma davvero le carenze organizzative dell’amministrazione giudiziaria possono tradursi in una compressione del diritto di difesa?
Definire “richiesta generica” quella di copia integrale di un fascicolo è una forzatura evidente. Perché integrale é sinonimo di “intero, completo, non parziale“.
La difesa ha diritto ad accedere a tutti gli atti, senza essere costretta a viaggi inutili e dispendiosi solo per ovviare a inefficienze dell’apparato.
Il rischio è chiaro: trasformare un diritto fondamentale in una concessione condizionata dalle risorse dell’Ufficio.
Un sistema che si fonda su questa logica non tutela il giusto processo, ma lo svuota dall’interno
