E’ scoppiata una diatriba tra il Dap e la direzione del carcere di Pavia che ha distribuito ai detenuti 720 preservativi, come misura a carattere “terapeutico”.
Una decisione che sarebbe stata presa con un ordine di servizio datato 19 febbraio 2025 e che “risulta essere stata adottata senza alcuna preventiva interlocuzione con gli uffici”, spiega il Dipartimento amministrazione penitenziaria che sottolinea i rischi “che attengono direttamente all’ordine e alla sicurezza delle carceri“
La distribuzione di profilattici alle persone detenute per ‘motivi terapeutici è l’oggetto di un ordine di servizio della direttrice del carcere di Pavia, Stefania Musso destinato all’area sanitaria, al comandante della Polizia Penitenziaria e all’ufficio ragioneria.
Sulla questione è intervenuto anche Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, che ha dichiarato: “Sia chiaro che la nostra non è una valutazione di carattere morale, né si vuole entrare nell’autodeterminazione sessuale di chicchessia, ma l’ammissione di rapporti promiscui i cui effetti sono da arginare attraverso la distribuzione di profilattici per ‘motivi terapeutici’ certifica, se mai ve ne fosse bisogno, il fallimento complessivo del sistema carceri.
Mentre si discute della disciplina del diritto all’affettività dei detenuti, riconosciuto dalla Corte Costituzionale, l’Amministrazione penitenziaria sembra avallare un esercizio fai da te della sessualità, indipendentemente da qualsiasi requisito, invece richiesto a coloro che vorrebbero fruirne regolarmente”, spiega il sindacalista. “Se l’ordine di servizio fosse autentico, come ormai temiamo, si porrebbero peraltro problemi ulteriori anche in considerazione del pesante sovraffollamento della Casa Circondariale di Pavia, dove sono allocati 704 detenuti in 515 posti, sorvegliati da 237 agenti quando ne servirebbero 456. I ristretti sono sempre consenzienti? L’amministrazione penitenziaria è nelle condizioni di esserne certa? Soprattutto, atteso pure che i preservativi vengono (o sono stati) distribuiti per finalità terapeutiche, è stata fatta la valutazione del rischio per gli operatori? Sono stati informati? Sono state adottate le opportune misure per la salvaguardia della salute, della sicurezza e della salubrità dei luoghi di lavoro?
Domani mi recherò personalmente in Lombardia e cercheremo di dare una risposta a questi e ad altri interrogativi, ma naturalmente auspichiamo immediati chiarimenti ufficiali dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Ministero della Giustizia”, conclude De Fazio.
