Violazione degli obblighi di assistenza familiare: irrilevante l’assenza del decreto con il quale il giudice ha fissato l’assegno mensile (Riccardo Radi)

La Cassazione penale sezione 6 con la sentenza numero 30550 depositata l’11 settembre 2025 ha ricordato che Il reato di violazione degli obblighi costituiti in capo al genitore si configura indipendentemente dall’esistenza di un provvedimento giudiziale che disponga il contributo.

La Suprema Corte ha richiamato sul punto i precedenti della medesima sezione, in tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, in caso di rapporto di filiazione naturale, il genitore è sempre tenuto ad adempiere al dovere di non far mancare i mezzi di sussistenza al figlio minore, quali che siano le condizioni materiali nell’ambito delle quali è sorto il vincolo parentale.

Fattispecie relativa a figlio naturale nato da convivenza di brevissima durata tra persone in seguito dichiarate decadute dalla potestà genitoriale.

Sez. 6, Sentenza n. 14733 del 22/02/2018 Ud.  (dep. 30/03/2018 ) Rv. 272896 – 01

In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, il provvedimento di decadenza dalla potestà genitoriale non fa venire meno la permanenza del reato di cui all’art. 570 cod. pen., lasciando inalterati i doveri di natura economica e morale del genitore decaduto.

Sez. 6, Sentenza n. 43288 del 29/10/2009 Ud.  (dep. 12/11/2009 ) Rv. 245254 – 01

Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 570, secondo comma, cod. pen., l’obbligo gravante sul padre naturale di non far mancare i mezzi di sussistenza al figlio minore non nato in costanza di matrimonio sussiste sin dalla nascita del minore e non dalla data dell’accertamento giudiziale della paternità, ferma restando la necessità di accertare che il genitore inadempiente, anche prima della sentenza di accertamento, fosse consapevole del suo “status”.

Nella specie, la Suprema Corte ha ritenuto che il giudice di merito avesse correttamente motivato in ordine alla sussistenza della predetta consapevolezza, alla luce sia delle informazioni prontamente fornite dalla madre del minore all’imputato fin dalla fase della gestazione, sia dalla successiva condotta tenuta da quest’ultimo, rifiutatosi sistematicamente di effettuare gli accertamenti sanitari idonei a far chiarezza sulla paternità.

Sez. 6, Sentenza n. 51215 del 12/11/2014 Ud.  (dep. 10/12/2014 ) Rv. 261419 – 01