Nonostante gli anni passati, lo strano caso del PQM rinforzato (a questo link per chi volesse rinfrescare il ricordo) continua a turbare le nostre notti.
Tale è l’ossessione che, nel consueto briefing di prima mattina per decidere cosa pubblicare e ripartire i compiti, abbiamo scoperto di avere fatto lo stesso sogno.
Abbiamo sognato una bozza di sentenza.
Il ricordo è così vivido che siamo in grado di riprodurlo, anche se per frammenti, e siccome l’unico modo per liberarsi da un incubo è stanarlo e smascherarlo, ecco qui di seguito la bozza che abbiamo sognato.
Non aveva intestazione, stemmino della Repubblica, nomi di giudici e di parti, niente.
Ma si capiva lo stesso che era una sentenza.
Eccola.
“Non ignora questo giudice, e si fotxx chi pensa il contrario, l’esistenza di un indirizzo minoritario del caxxo che tuttavia risulta ampiamente superato dalla ben più perspicua giurisprudenza successiva.
…Le argomentazioni difensive appaiono prive di pregio, o per meglio dire fanno cagxxx, ove si consideri che la motivazione della decisione impugnata è saldamente ancorata – fesso chi ci crede – al complesso dei dati conoscitivi acquisiti nell’istruttoria dibattimentale (ma tu guarda che stronxxxx mi tocca dire, ma andate tutti a fanxxxx).
Il ricorso si appalesa pertanto infondato ai limiti dell’inammissibilità (nel cesxx bisognerebbe buttarlo, ve lo dico io)“.
QM (non ci metto la P, che dite? Così si capisce meglio che voglio dire questa minxxxx).
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento di 3.000 € a favore della Cassa delle ammende, e voglio vedere se si toglie il vizio di rompere i coxxxxxx).
