La Cassazione penale sezione 5 con la sentenza 29683 del 25 agosto 2025 ha stabilito che è configurabile il delitto di diffamazione, e non la fattispecie depenalizzata di ingiuria aggravata dalla presenza di più persone, nel caso di invio di messaggi contenenti espressioni offensive nei confronti della persona offesa su una “chat” condivisa anche da altri soggetti, nel caso in cui la prima non li abbia percepiti nell’immediatezza, in quanto non collegata al momento del loro recapito, laddove la circostanza che sulla stessa piattaforma “social” vi sia un contraddittorio costante, a pacificamente differito nel tempo, impedisce quella “parità delle armi” ovvero quella possibilità di immediata reazione da parte dell’offeso che giustifica la qualifica del fatto in termini meno gravi di ingiuria nei riguardi di soggetto presente, piuttosto che di diffamazione di chi non sia in condizione di difendersi immediatamente, ma solo in un secondo momento.
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