Alle volte si possono usare espressioni colorite ma non offensive nei confronti di un magistrato.
Il Consiglio Nazionale Forense con la sentenza in commento ha stabilito che pone in essere un comportamento deontologicamente corretto il professionista che, nei limiti del diritto di patrocinio e difesa, usi nei confronti del magistrato espressioni “forti”, polemiche ma non offensive.
Nella specie è stato ritenuto non responsabile disciplinarmente l’avvocato che per esprimere il proprio convincimento sulla erronea determinazione del magistrato si era espresso con frasi che pur non eleganti e frutto di polemica forense non potevano ritenersi offensive, quali: “leggere una legge e capirla al rovescio non è dato ad un magistrato”.
Accoglie il ricorso avverso decisione C.d.O. di Lanciano, 30 novembre 2001.
