La separazione delle carriere rischia di essere una vittoria di Pirro? (Marco Eller Vainicher)

Traggo da una recente nota del quotidiano Il Dubbio (reperibile a questo link) che la riforma tanto cara al Ministro Carlo Nordio sarebbe incorsa in qualche problema di tempistiche.

Sostiene a ragion veduta l’autrice dell’articolo Valentina Stella, che, considerati i tempi per la seconda lettura del testo alle Camere, il quasi probabile referendum approvativo che verrà indetto verosimilmente in prossimità dell’estate 2026 e la necessaria convocazione dei comizi elettorali per la prossima consiliatura per gli inizi dell’autunno 2026 (il CSM in carica scade il 24 gennaio 2027, per cui le elezioni dovranno essere svolte tre mesi prima e la convocazione pubblicata almeno quaranta giorni prima quindi arriviamo a metà settembre), è improbabile che si giunga alla riscrittura della normativa primaria in tempo.

Stando così le cose le scelte sarebbero due: o abbandonare del tutto la riforma o provare a forzare i tempi ed arrivare ad un testo completo approvato prima della chiusura del Parlamento per le ferie estive per dar tempo al Presidente della Repubblica di promulgare la legge.

Ricorda un po’ la scena dell’arresto di Albus Silente in “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”: servirebbe la massima collaborazione di tutti gli attori, dai parlamentari al Presidente della Repubblica.

Quindi la scelta è tra rinunciare alla riforma e farsi accusare di fuga o rischiare di arrivare fuori tempo massimo: due soluzioni che comporterebbero una cattiva figura in prossimità delle elezioni, su quello che è stato più volte indicato dal Ministro della Giustizia come un punto fondamentale del programma di Governo.

Oppure no, perché una soluzione ci sarebbe.

Trovare un accordo con l’ANM e le Associazioni Forensi su una diversa ipotesi di lavoro, che non richieda la riforma della Costituzione, che sia più rapida, meno controversa, potendosi vantare di aver conciliato le opposte esigenze, incassando un risultato.

Si potrebbe dare attuazione, ad esempio, al dettato costituzionale attuando la separazione delle funzioni (ne avevo già scritto per Terzultima Fermata, qui il link per la consultazione), mantenendo cioè un ordine giudiziario unico, separato per funzioni, con un CSM unico, che però tenga conto di ruoli e funzioni, il tutto in tempo per l’inizio del prossimo anno, eliminando leggi attuative e referendum che, in assenza di quorum, potrebbero portare a sgradite sorprese.

Ci sono motivi per non provarci?