Cassazione e le motivazioni “fantasma” (Riccardo Radi)

SentenzeWeb è un servizio per i cittadini e gli avvocati che dovrebbe rendere più “trasparente e fruibile il servizio giustizia” (così si legge nella didascalia della sua pagina) è ridotto in condizioni pietose nel silenzio generalizzato delle istituzioni e delle associazioni forensi.

La sentenza allegata alla fine del post è un esempio dell’attuale condizione in cui versa l’archivio “SentenzeWeb” da cui è stata tratta e delle conseguenze negative che ne derivano in termini di comprensibilità del percorso argomentativo seguito dal collegio di legittimità.

Come sanno tutti quelli che accedono al servizio “SentenzeWeb” della Corte di cassazione per le loro ricerche, il servizio non garantisce più l’intelligibilità delle sentenze pubblicate.

Le sentenze sono pubblicate in gran parte con modalità che rendono il servizio privo di qualsivoglia utilità per gli utenti, come nel caso della sentenza della cassazione sezione 6 numero 21258/2025

Noi di Terzultima Fermata ci permettiamo di segnalare la situazione e sollecitiamo le istituzioni forensi a farsi promotrici di iniziative per comprendere le cause che hanno reso il servizio SentenzeWeb sostanzialmente inutilizzabile dagli avvocati e dai cittadini (cioè il popolo nel cui nome – non lo si dimentichi – viene esercitata la giustizia) che vorrebbero essere informati delle decisioni prese dai loro delegati, cioè i giudici, e che invece sono considerati così trascurabili da non meritare neanche una spiegazione accettabile di quello che sta accadendo.

Questo oblio, ora totale ora parziale, avviene peraltro senza dare agli utenti alcuna spiegazione e senza quindi permettergli di capire a quale logica risponda e se sia corretto oppure no.

Non sarebbe ora di fare un po’ di chiarezza?

Saremo naturalmente felici se qualcuno qualificato ci dirà che stiamo prendendo una cantonata ma nel frattempo ci sentiamo legittimati ad esprimere le opinioni che avete appena letto,