La condanna con motivazione di 15 parole (Riccardo Radi)

La cassazione alle prese con la seguente motivazione di condanna: “allo stato degli atti acquisiti emergono elementi probatori tali da consentire una previsione di condanna”.

Questo il testo della decisione emessa in data 4 luglio 2024 dal Tribunale di Napoli che ha affermato la penale responsabilità di D.A. in riferimento al reato di cui all’art. 75 d.lgs. n.159 del 2011, per fatto commesso in data 21 ottobre 2021, con condanna alla pena di mesi sei di arresto.

La Suprema Corte sezione 1 sentenza numero 17902/2025 premette che nel testo della decisione si afferma testualmente che “allo stato degli atti acquisiti emergono elementi probatori tali da consentire una previsione di condanna”.

Non vi è altro sviluppo argomentativo sul tema della responsabilità e della ricostruzione del fatto.

Manca, pertanto, graficamente, la motivazione della sentenza, intesa – ai sensi dell’art. 546 cod.proc.pen. – come concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la decisione è fondata, con l’indicazione dei risultati acquisiti e dei criteri di valutazione della prova adottati e con l’enunciazione delle ragioni per le quali il giudice ritiene non attendibili le prove contrarie.

L’espressione utilizzata in sentenza non consente, infatti, in alcun modo di apprezzare l’avvenuto vaglio delle risultanze dimostrative poste a carico dell’imputato ed è al di sotto di qualsiasi standard minimo di chiarezza e precisione delle forme di rappresentazione del convincimento giudiziale.

Sussiste il denunciato vizio ai sensi dell’art. 606 comma 1 lett. c cod.proc.pen., dato che l’assenza grafica di motivazione determina la nullità della sentenza.

Va pertanto disposto l’annullamento con rinvio.

Fin qui la cassazione, noi che siamo da sempre irriverenti aggiungiamo alle considerazioni sulla cosiddetta motivazione del tribunale di Napoli due semplici frasi:

E ho detto tutto”, direbbe Peppino De Filippo.

Senzadubbiamente”, aggiungerebbe Cetto Laqualunque.

Cinque parole sono meglio di quindici.