Buona Pasqua da Terzultima Fermata

È il tempo della Pasqua e non vogliamo lasciarlo passare senza un saluto e una piccola proposta di lettura.

Il discorso delle beatitudini è tra i più noti delle sacre scritture.

Gesù lo pronunciò su un’altura nei pressi del lago di Tiberiade mentre gli erano accanto i discepoli.

Lo si legge nel Vangelo di Matteo, 5, 1-12.

È questo:

“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 

Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi“.

Poco più avanti, nel versetto 20, si legge ancora:

“Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli“.

Per ben tre volte Gesù usò la parola “giustizia”.

La prima volta per assimilarla a un bisogno umano primario, tanto da averne fame e sete.

La seconda per rappresentarla come causa di persecuzioni.

La terza per prescrivere ai discepoli di usare un metro di giustizia migliore di quello degli scribi e dei farisei.

Sono parole senza tempo, vere oggi come duemila anni fa.

Bastano a se stesse e a chiunque voglia riconoscerne la verità.

Buona Pasqua a tutti.