La magistratura vuole raccontarsi: un concorso di idee per il nome del racconto (Vincenzo Giglio)

Da tempo si sente dire a quasi ogni espressione della magistratura che bisogna recuperare il rapporto con la gente e che, per farlo, occorre cambiare la narrazione.

Affidarsi a professionisti della comunicazione, disporre di un giornale, conquistare spazio sulla stampa e sugli altri mass-media, altro ancora, sono molte le proposte sul tappeto.

È venuta un’idea e sommessamente la si espone.

Senza affannarsi a trovare nuovi rimedi e canali, si può ricorrere a quello che c’è già.

Si è pensato ai libri, in particolare ai grandi classici della letteratura che si presume siano più noti degli altri.

Li si mette a disposizione della magistratura così come sono, sicuri che saprà servirsene al meglio.

Alla ricerca del tempo perduto

Cent’anni di solitudine

Delitto e castigo

Guerra e pace

I miserabili

Il fu Mattia Pascal

Il processo

La fattoria degli animali

La metamorfosi

L’insostenibile leggerezza dell’essere

Orgoglio e pregiudizio

Sei personaggi in cerca di autore

Uno nessuno e centomila

Via col vento

Se qualcuno ha altre idee, si faccia avanti.