L’uso progressivo della forza da parte degli agenti di polizia in caso di interventi operativi nei confronti di soggetti in stato di agitazione psicofisica conseguente a patologie o causato dall’abuso di alcool e/o sostanze stupefacenti.
Segnaliamo che il deputato Marco Grimaldi, il 6 marzo scorso, ha depositato la seguente interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’interno, al Ministro della difesa:
Per sapere – premesso che:
da fonti di stampa si apprende una notizia non recente, ma poco diffusa: il 12 giugno 2022 Igor Squeo, 33 anni di Milano, muore in circostanze poco chiare a seguito di un intervento della polizia e degli operatori sanitari;
da quanto si apprende da alcuni articoli di giornale, all’una di notte il coinquilino di Squeo chiama la polizia preoccupato per lo stato di agitazione in cui versa l’uomo. Gli agenti, dopo averlo ammanettato, lo avrebbero messo in posizione laterale di sicurezza. Circostanza però smentita dagli operatori sanitari che, intervenuti in un secondo momento, avrebbero affermato di essersi trovati di fronte a un uomo ammanettato, in posizione prona, tenuto fermo da un agente che gli comprimeva il torace sul pavimento;
nonostante una crisi respiratoria in atto, a Squeo viene somministrato un Propofol, un sedativo utilizzato in anestesia generale, dopo due minuti l’uomo va in arresto cardiaco e muore alle 6:45;
sempre da organi di stampa si apprende che il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione in base agli esiti della consulenza secondo cui l’uomo sarebbe morto per l’assunzione di cocaina. Il Gip, però, ha rigettato la richiesta e disposto nuove indagini ritenendo necessario approfondire le cause della morte;
risulta all’interrogante, infatti, che dalla memoria depositata dalla legale della famiglia Squeo emergano varie discrepanze su orari e trattamenti di quella notte;
fermo restando gli esiti dell’inchiesta in corso, dunque, risulterebbero circostanze da approfondire: sembrerebbe, ad esempio, che sia stata attuata quella che ormai viene chiamata «manovra Floyd», dal nome dell’afroamericano ucciso nel 2020 da un agente di polizia che gli compresse il collo con il ginocchio per 9 minuti.
Questa tecnica, purtroppo, sembra essere adottata di frequente, tanto da essersi rivelata fattore critico in numerose vicende di fermo da parte di operatori di polizia.
Basti citare i casi di Riccardo Magherini, morto il 3 marzo 2014, e Andrea Soldi, morto il 5 agosto 2015; il 30 gennaio 2014 il comando generale dell’Arma dei carabinieri emanava la circolare n. 1168/483-1-1993, avente ad oggetto «Interventi operativi nei confronti di soggetti in stato di agitazione psicofisica conseguente a patologie o causato dall’abuso di alcool e/o sostanze stupefacenti».
Nel documento si trovavano una serie di istruzioni «al fine di ridurre al minimo i rischi per l’incolumità fisica delle persone a vario titolo coinvolte».
Per quanto riguarda le circostanze estreme, in cui non sia possibile evitare l’uso della forza, si invitava a scongiurare i «rischi derivanti da prolungate colluttazioni o da immobilizzazioni protratte, specie se a terra in posizione prona»: si diceva quindi che il soggetto deve essere trattenuto possibilmente in piedi, per evitare «impedimenti nelle funzioni vitali e lesioni collaterali», segnalando altresì specificamente che occorre evitare «in ogni caso posture che comportino qualsiasi forma di compressione toracica» la quale «può costituire causa di asfissia posturale»;
la suddetta circolare è stata abrogata nel gennaio 2016 e al suo posto è stata diramata a tutti i comandi d’Italia la circolare n. 1168/483-1-1993 del 19 gennaio 2016, con oggetto «Interventi operativi, dispositivi di autodifesa del personale e uso progressivo della forza», in cui molte delle misure di garanzia previste nel documento precedente non vengono riproposte –:
se, al netto dell’inchiesta che farà il suo corso, siano stati disposti accertamenti interni diretti a chiarire quanto accaduto il 12 giugno 2022 a Igor Squeo, con riguardo al comportamento delle forze di polizia;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative volte a ripristinare quanto previsto dalla circolare n. 1168/483-1-1993, vietando espressamente negli interventi operativi la cosiddetta «manovra Floyd» o, comunque, qualsiasi forma di compressione toracica”
Seguiremo la vicenda e informeremo i lettori della risposta.
