Chi si separa da chi e, soprattutto, chi vuole separarsi e chi no? Il sindaco di Milano auspica la “preventiva adesione della Procura alle linee guida del nuovo PGT” (Vincenzo Giglio)

Mentre l’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica nel centro storico di Milano conquista le prime pagine dei giornali nazionali, il sindaco Giuseppe Sala, in un’intervista al quotidiano La Repubblica ripresa da tg24.sky (consultabile a questo link), rilascia una dichiarazione degna di nota:

Al netto del fatto che ognuno fa il suo mestiere, sarebbe estremamente utile avere una preventiva adesione della Procura alle linee di guida del nuovo Pgt[Piano di governo del territorio, ndr]. Nel momento in cui si trova la formula giusta e questa formula è in linea con il nostro sistema legislativo, su una materia così complessa, far vagliare il nostro lavoro da professionisti di cui si avvale la Procura sulle questioni più tecniche sarebbe una cosa a mio parere fondamentale non solo a Milano ma in tutto il Paese“.

Non si vuole commentare l’inchiesta le cui attuali proposizioni sono ovviamente ben lontane dalla definitività.

Si intende piuttosto riflettere su una proposta che appare a prima vista eccentrica.

L’attività pluriennale di uno dei più importanti dipartimenti di un ente locale primario viene analizzata approfonditamente dalla Procura competente, la quale arriva a definire in termini di “oscuro capitolo” la gestione urbanistica del centro storico di Milano.

Il massimo rappresentante di tale ente, presunta parte offesa dei presunti reati ipotizzati, non si limita ai passi propri del suo ruolo (modifiche della Giunta, accantonamento temporaneo dei collaboratori coinvolti nelle indagini, rotazione dei dirigenti e funzionari dell’urbanistica, verifica capillare delle pratiche) e invoca esplicitamente il “soccorso istruttorio” della Procura, chiedendole una sorta di imprimatur preventivo sulle nuove linee guida del PGT.

Un amministratore pubblico ritiene dunque naturale “proteggere” l’operatività dell’ente di cui ha la guida chiedendo a un ufficio giudiziario inquirente una duplice collaborazione: la supervisione di esperti di fiducia di tale ufficio su questioni tecniche che sarebbero di esclusiva spettanza comunale e, ancora più oltre, l’avallo preventivo del medesimo ufficio di uno strumento urbanistico generale di innegabile valenza politica, in quanto espressivo di una certa idea di governo e sviluppo del territorio.

Non è certo una novità assoluta: esempi di interlocuzioni preventive tra p.a. e uffici giudiziari ci sono sempre stati e si sono tradotti in una congerie di atti formali (per un approfondimento, volendo, rinvio ad un mio scritto di qualche anno fa, pubblicato da Altalex, sui protocolli di intesa degli uffici giudiziari e i loro effetti in ambito penale. consultabile a questo link).

Rimane però intatta la sensazione di un connubio la cui conseguenza è una cessione di sovranità della p.a., tanto più innaturale allorché avviene nel corso di un’indagine penale.

Sullo sfondo, infine, rimangono sospese alcune domande: in tempi di progetti “separatisti” di carriere o altro, chi si separa da chi, cosa si separa da cosa e, soprattutto, chi vuole separarsi e chi no?