Femminicidio : la tipizzazione del reato aumenterà la tutela? (Redazione)

Oggi il Consiglio dei Ministri è stato convocato alle ore 17,00 per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

Tra le novità l’audizione obbligatoria (su richiesta motivata) della vittima da parte del pm, in caso di patteggiamento sarà necessario acquisire il parere non vincolante della vittima,

Quindi avremo una fattispecie autonoma rispetto all’omicidio.

Ricordiamo che nel 2024 sono state uccisa 113 donne, di cui 99 in ambito familiare e affettivo.

La tipizzazione del femminicidio, dunque, punta a proteggere la donna indipendentemente dall’esistenza di vincoli familiari, all’interno di ogni rapporto affettivo, anche non formalizzato, distinguendo così gli omicidi che maturano nell’ambito delle relazioni diseguali di potere tra uomini e donne.

Ricordiamo ch secondo l’Accademia della Crusca, il femminicidio consiste nel “provocare la morte di una donna, bambina o adulta, da parte del proprio compagno,marito, padre o di un umo qualsiasi, in conseguenza del mancato assoggettamento fisico o psicologico della vittima”.

Tra le novità del Disegno di legge, troviamo l’audizione obbligatoria della vittima da parte del pubblico ministero (su richiesta motivata della persona offesa).

L’audizione dovrà essere condotta dallo stesso pubblico ministero che conduce le indagini senza possibilità di delega alla polizia giudiziaria.

In caso di richiesta di patteggiamento da parte dell’imputato per i reato elencati nel Codice rosso, dalla violenza sessuale ai maltrattamenti, dagli atti persecutori al revenge porn è necessario acquisire il parere non vincolante della persona offesa. Viene poi rafforzato il ricorso alla misura cautelare degli arresti domiciliari per gli autori di violenza e si stabilisce l’estensione oltre i 500 metri fissati dalla legge Roccella (168/2023) della distanza minima da tenere, rispetto ai luoghi frequentati dalla persona offesa, in caso di divieto di avvicinamento disposto dal giudice.