Il 26 gennaio 2025 il Consiglio direttivo della SIDI ha diffuso un comunicato (allegato alla fine del post) sul caso della liberazione e del rimpatrio del cittadino libico noto come Almasri Njeem.
L’opinione ivi espressa è che sia stata consumata “una violazione grave e ingiustificata degli obblighi di cooperazione derivanti dallo Statuto di Roma – segnatamente in relazione all’art. 86”.
Si fa osservare che “Nello specifico, rileva per la vicenda che ha interessato Osama Elmasry l’obbligo di dare esecuzione a un mandato di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità – tra cui torture, trattamenti inumani e degradanti, stupri e violenze sessuali – commessi in territorio libico e, in taluni casi, all’interno di strutture di trattenimento di persone migranti. È importante ricordare in proposito che l’indagine aperta dalla Corte è seguita al deferimento ad essa della situazione libica deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai sensi dell’art. 13, lett. b), dello Statuto con risoluzione 1970 del 26 febbraio 2011” e che “La situazione è poi ulteriormente aggravata dalla circostanza che, alla suddetta violazione, non è seguita, da parte delle autorità italiane coinvolte, alcuna convincente giustificazione”.
Si conclude ricordando che “le condotte tenute in questa vicenda dalle autorità italiane – ancorché discutibili sotto il profilo dell’ordinamento interno – sono suscettibili di far sorgere la responsabilità internazionale dell’Italia nei confronti degli altri Stati parte allo Statuto di Roma, delle Nazioni Unite (cui si deve, come detto, l’iniziativa di aver deferito alla Corte i crimini in oggetto) e pure – trattandosi di mancato esercizio della giurisdizione penale nei confronti di un soggetto accusato, tra gli altri crimini internazionali, di tortura – della comunità internazionale nel suo complesso”.
