Il Difensore d’ufficio non deve essere accomodante alle lusinghe del Pm e del Giudice (Angelo Scuderi)

Il difensore d’ufficio non deve sentirsi “difensore” di serie B.

Da qualche tempo, ormai, non sono più iscritto nella lista dei difensori di ufficio; scelta sofferta ma nata dall’esigenza di coltivare professionalmente cio’ per cui sei stato nominato in via fiduciaria e, soprattutto, per lasciare spazio ai Colleghi, piu’ o meno, giovani che si gioveranno di questo glorioso ed irrinunciabile istituto per affinare le proprie capacita’ difensive e per assicurare la difesa a chi ne e’ sprovvisto.

Ecco, il punto e’ proprio questo: non tutti, fortunatamente, ma più di un difensore d’ufficio riduce la sua presenza in aula a mera comparsa, il più delle volte con finalità accomodanti verso il PM ed il Giudice in ordine al proprio ministero difensivo.

Ricordo a tutti che il Difensore di ufficio ( e questa volta mi piace usare la maiuscola) ha gli stessi diritti (a volte ancor superiori) e gli stessi obblighi (anche questi superiori) del Difensore di fiducia; perciò e’ quantomai grave prestare, a prescindere e senza un’accurata analisi del caso di specie, il consenso all’acquisizione degli atti d’indagine se non veramente o ipoteticamente vantaggioso per l’imputato.

Accomodare le lusinghe dei giudici o dei PM (che eviterebbero di ascoltare i testi senza una ragione specifica) non solo squalifica la figura del difensore, ma espone lo stesso a responsabilità deontologiche e professionali; per non parlare poi, in primis, del cattivo servizio difensivo che viene svolto verso l’imputato il quale il più delle volte ha riposto (consapevolmente o no) la propria vita nelle mani del “Difensore di turno” che come, e’ noto rappresenta la massima espressione del diritto costituzionale alla difesa.

Perciò cari Difensori d’ufficio, per usare una metafora calcistica non sentitevi mai Difensori di serie “B” ma veri e propri Campioni della Difesa!