Parliamo, o meglio continuiamo a farlo, del Progetto straordinario PintoPaga (a questo link per il nostro primo post).
Il Ministero della Giustizia dà i numeri: “5, 7, 613” e sono tutti usciti sulla ruota della cosiddetta Legge Pinto.
Inizia proprio così l’entusiastico articolo “PintoPaga: 2025, numeri record di indennizzi”, (a questo link per la consultazione), pubblicato il 13 gennaio 2025 su gNews, l’house organ del Ministero della Giustizia: ”Sono 613 gli ordinativi di pagamento evasi in 5 giorni da 7 funzionari addetti allo smaltimento dei decreti depositati dalle Corti d’appello dal 2015 al 2022. Un primo, incoraggiante risultato del progetto “PintoPaga”, a beneficio di coloro che attendono di essere indennizzati per l’irragionevole durata del processo, in virtù della Legge Pinto”.
Buone notizie, senza dubbio, ma sempre meglio fare un po’ di conti.
Sette funzionari hanno lavorato cinque giorni e hanno prodotto seicentotredici ordinativi di pagamento.
Calcolatrice alla mano significa che ognuno degli addetti ha definito 17,5 pratiche per giorno lavorativo.
Significa anche che, ad organico e tasso di smaltimento invariati e tenuto conto dell’arretrato che lo stesso Ministero stima in 80.000 pratiche, sarebbero necessario circa 130 settimane di lavoro (80.000:631), cioè esattamente due anni e mezzo, per smaltire le pendenze accumulate tra il 2015 e il 2022.
gNews annuncia però che “La nuova normativa approvata con la legge di Bilancio (art. 1, commi da 817 a 821, della legge 30 dicembre 2024, n. 207) consentirà la piena attuazione della Convenzione stipulata dal ministero della Giustizia con la Formez Pa, società in house della Presidenza del Consiglio, per il reclutamento di nuovo personale addetto alla liquidazione delle somme attribuite ai richiedenti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Grazie all’accordo raggiunto, la dotazione organica dell’ufficio competente sarà incrementata con l’assunzione a tempo determinato di ulteriori 59 addetti. La forza lavoro aggiuntiva potrà far fronte all’estensione della lavorazione dei decreti pendenti (anni dal 2015 al 2022) sulla piattaforma SIAMM PINTO DIGITALE, già in uso per le decisioni emesse dal 2023, di competenza delle Corti d’Appello”.
Buona notizia anche questa: se gli addetti allo smaltimento dell’arretrato aumentassero a 66 (7+59) si dovrebbe addirittura pensare che gli aventi diritto sarebbero pagati pochi secondi dopo avere presentato la loro brava istanza; un sogno, poco da dire, e saremo lieti di attestarne la realtà se e quando si realizzerà.
Non finisce qui. Si apprende ulteriormente che “La Direzione generale degli Affari giuridici e legali del Dipartimento per gli Affari di giustizia garantisce che nell’arco di 20 giorni l’Ufficio centrale del Bilancio esaminerà gli ordinativi e, a seguire, i cittadini troveranno sul loro conto le somme attese”.
Si entra così nella fase immediatamente successiva all’emissione degli ordinativi, di competenza dell’Ufficio centrale del Bilancio.
Anche per questa fase si nota un grande entusiasmo: venti giorni basteranno all’UCB per esaminare ciascun ordinativo e a quel punto gli interessati avranno una gradita sorpresa sui loro conti.
Bene così ma restano due punti di domanda.
Il personale straordinario reclutato tramite la convenzione con FORMEZ PA si occuperà solo della prima fase o anche della seconda? Lo chiediamo perché, se tutti gli addetti fossero assegnati all’emissione degli ordinativi, l’UCB sarebbe sommerso dalle pratiche e avrebbe difficoltà a fare la sua parte.
E ancora: l’espressione “a seguire” utilizzata per datare il terzo e ultimo step, cioè quello in cui le pratiche si trasformano in liquidità reale per gli interessati, cosa significa in concreto? Un giorno, una settimana, un anno, cosa? Nel frattempo, 80.000 aventi diritto, assieme agli altri che si sono aggiunti nel biennio 2023/2024, attendono con fiducia ma magari qualcuno di loro penserà, come già fece Cartesio, che “I numeri perfetti sono molto rari, proprio come gli uomini perfetti”.
