In attesa che la relazione della Prima Presidente della Corte di cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario ci consegni le statistiche complete, un semplice ingresso in SentenzeWeb basta a dare una prima idea della produzione dei giudici di legittimità del comparto penale nell’anno 2024 ed a tracciare alcune prime e provvisorie considerazioni.
Dato generale
Apprendiamo anzitutto che nell’anno appena finito i collegi penali hanno emesso complessivamente 47.747 provvedimenti (erano stati 51.802 nel 2023).
Tipologia dei provvedimenti
Sono state emesse 23.572 ordinanze (24.952 nel 2023) e 24.175 sentenze (26.849 nel 2023).
21.827 delle predette ordinanze sono state emesse dalla settima sezione. A seguire, con larghissimo scarto, la seconda sezione penale che ne ha emesse 749.
Quanto alle sentenze, la sezione più produttiva è stata la prima che ne ha emesse 5.977, quello meno produttiva è stata la quarta sezione che ne ha emesse 2.855. Non si tiene conto, in questo secondo ambito, della produzione della settima sezione e delle sezione feriale, data la loro particolare funzione.
Commento
È diminuita la produttività annua delle sezioni penali della Suprema Corte che si attesta ai livelli più bassi dell’ultimo quinquennio (2020-2024), fatta eccezione per il 2020 (anno in cui furono emessi 37.979 provvedimenti) il cui andamento fu pesantemente condizionato dall’emergenza pandemica.
Il numero delle ordinanze si è praticamente allineato a quello delle sentenze, tanto da rappresentare ormai il 49,37% della produzione annua delle sezioni penali.
Il 92,60% delle ordinanze è stato emesso dalla settima sezione la quale, come è noto, è la destinataria fisiologica dei ricorsi che, dopo lo spoglio preliminare, appaiono destinati all’inammissibilità.
Pare quindi possibile affermare fin d’ora, salve le opportune verifiche successive sulla base dei dati ufficiali, che l’esito di inammissibilità – il quale, peraltro, può essere decretato anche con sentenza, tanto che nelle più recenti serie storiche raramente è sceso al di sotto del 70% del totale dei ricorsi – continua a predominare.
E dunque, l’immagine che più si accosta alla sede che ospita gli uffici della Corte di cassazione continua ad essere quella delle porte sbarrate.
