Pinto forse paga: gli 80.000 decreti di liquidazione per irragionevole durata dei processi non ancora eseguiti e la scommessa ministeriale del nuovo progetto PintoPaga (Vincenzo Giglio)

Sul sito web istituzionale del ministero della Giustizia è stata pubblicata una notizia a lungo e invano attesa da decine di migliaia di sventurati (gli increduli possono verificare a questo link).

Parliamo del Progetto straordinario PintoPaga.

Ecco il suo contenuto in sintesi.

  • L’avvio è dall’1° gennaio 2025.
  • Il suo strumento operativo sarà la piattaforma Siamm Pinto digitale.
  • L’obiettivo è di azzerare entro il 31 dicembre 2026 l’arretrato accumulato sui pagamenti conseguenti ai decreti di liquidazione emessi dalle Corti di appello italiane tra il 2015 e il 2022.
  • L’arretrato di cui si parla è stimato in circa 80.000 decreti di liquidazione ai quali non è seguito alcun pagamento.
  • L’esborso stimato a fronte di questa mole di decreti è di circa 400 milioni di euro e comprende non solo la sorte capitale ma anche gli interessi e le spese di giudizio per le azioni esecutive intraprese dai beneficiari per costringere lo Stato ad onorare il suo debito.
  • Il fulcro del programma è la transizione dalla procedura cartacea a quella digitale.
  • Per renderla possibile, gli utenti dovranno caricare sulla piattaforma SIAMM Pinto digitale le istanze di liquidazione e la documentazione di supporto entro il 30 giugno 2025.
  • L’Amministrazione della Giustizia dovrà a sua volta smaltire tutte le pratiche arretrate entro il 31 dicembre 2026.
  • La transizione dal cartaceo al digitale è stata resa possibile attraverso una modifica alla Legge n. 89/2001 (cosiddetta Legge Pinto) apportata dalla Legge 30 dicembre 2024 n. 207 (la Legge finanziaria), art. 1, commi 817-821.
  • Il pagamento delle somme liquidate sarà possibile previo il rilascio, a cura del creditore, di una dichiarazione, corredata dalla pertinente documentazione, avente ad oggetto: la mancata riscossione di somme per il medesimo titolo; l’esercizio di azioni giudiziarie per lo stesso credito; l’ammontare degli importi che l’amministrazione è ancora tenuta a corrispondere; la modalità di riscossione prescelta.
  • Per i decreti di liquidazione depositati a partire dall’1° gennaio 2023 continueranno a provvedere le singole Corte di appello.
  • Quanto alle caratteristiche ed alle funzionalità della piattaforma SIAMM PintoPaga, sono così descritte: il creditore può fornire tutte le informazioni richieste dalla legge: è consentito l’accesso con SPID o Carta nazionale dei servizi: è possibile la verifica autonoma dello stato della pratica: è possibile la modifica dei dati necessari per il pagamento senza contatto con la struttura amministrativa; la piattaforma è in grado di trasmettere agli utenti comunicazioni automatizzate per ogni cambiamento di stato della pratica e contiene anche un servizio di messaggeria diretta tra i richiedenti e gli uffici incaricati del pagamento.

Questo è quanto attestato dal Ministero della Giustizia e bisogna crederci fino a prova contraria.

Del resto, i ritardi cronici e lunghi dei rimborsi dovuti a chi ha subito i negativi effetti del mancato rispetto del principio di ragionevolezza dei processi sono noti a chiunque abbia un interesse professionale o personale in materia.

Così come è noto che si è dovuto coniare una nuova espressione di slang giuridichese, “Pinto su Pinto” (ne abbiamo parlato in questo post), per designare la condizione di chi, avendo diritto ad un rimborso ai sensi della Legge Pinto, sia costretto ad adire nuovamente le vie giudiziarie per ottenere il ristoro economico derivante dagli ulteriori ritardi nelle procedure di accertamento, liquidazione e pagamento seguiti ai ritardi primigeni.

La speranza è dunque che la piattaforma funzioni, che gli utenti possano interfacciarsi in modo user friendly, che chi la gestisce sappia ciò che deve fare e lo faccia e, infine, che si ponga fine a questa ennesima dimostrazione di incapacità della nostra Amministrazione della Giustizia.

Ne riparleremo, questo è certo.