Il calendario 2025 della Polizia Penitenziaria: una riuscitissima campagna di pubblicità-progresso (Vincenzo Giglio)

Come ogni altra forza pubblica, la Polizia Penitenziaria ha diffuso il suo calendario per il nuovo anno.

Lo si può sfogliare a questo link.

Il Sottosegretario alla Giustizia, On. Avv. Andrea Delmastro Delle Vedove, si è compiaciuto di dichiarare che “Il calendario di quest’anno ha il pregio di gettare un occhio indiscreto sul Corpo di Polizia più lontano dai riflettori, eppure prezioso nella lotta alla criminalità” (a questo link di gNewsonline per la consultazione).

A sua volta, il Dr. Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha spiegato che il calendario 2025 ha privilegiato l’aspetto della formazione del personale di Polizia Penitenziaria, così da evidenziare quanto impegno dedichi il DAP a offrirgli solide basi di addestramento (a questo link del quotidiano Il Dubbio per la consultazione).

Sfogliamo adesso insieme mese per mese – con occhio indiscreto, va da sé – le pagine di questo calendario.

Gennaio: un’adunata di allievi sull’attenti davanti alla bandiera italiana.

Febbraio: agenti circondano un collega, sembrerebbe per aiutarlo a sistemarsi la divisa da lavoro.

Marzo: agenti tengono bloccato a terra un collega, immobilizzandogli braccia e gambe.

Aprile: agenti fronteggiano una formazione di colleghi protetti da scudi.

Maggio: agenti in tenuta antisommossa, una di loro ride.

Giugno: un agente anziano addestra allo sparo una collega giovane.

Luglio: un’altra adunata di agenti, questa volta ripresi di fronte e dall’alto.

Agosto: agenti che fotografano e repertano tracce.

Settembre: agenti con il volto coperto da mefisto che imbracciano fucili.

Ottobre: agenti nel corso di un’attività operativa mentre tengono pistole puntate ad altezza d’uomo.

Novembre: una agente ritratta di fianco con le mostrine di allieva.

Dicembre: agenti che ascoltano o guardano attentamente qualcuno o qualcosa.

Il conto è presto fatto.

Gennaio e febbraio suggeriscono un’idea di solidarietà di corpo.

Da marzo a ottobre – con l’eccezione di luglio per tirare il fiato – si cambia decisamente passo: l’idea comunicata all’osservatore è quella dell’addestramento finalizzato alla repressione.

Gli ultimi due mesi concedono un po’ di respiro e, probabilmente, alludono alla fase finale dell’addestramento.

Chi sapesse di carcere solo attraverso le dodici immagini del calendario si convincerebbe allora che la Polizia Penitenziaria ha un unico compito: quello di reprimere attraverso la violenza.

E subito dopo, necessariamente, penserebbe che il carcere, inteso come insieme dei detenuti e dei custodi, è nient’altro che violenza: quella illegale dei ristretti e quella legale di chi deve contenerli.

E ancora dopo, altrettanto necessariamente per non essergli stata mostrata alcuna immagine del carcere inteso come luogo fisico, si farebbe l’idea che esso è e deve essere una struttura da nascondere e tenere segreta perché la violenza, che sia illegale o legale, non deve disturbare il cittadino perbene, non deve essere affar suo, non si devono esibire i mostri né disturbare i manovratori mentre gli tolgono il respiro.

Davvero complimenti a chi ha ideato il calendario: una gran bella mossa!