Microstorie di negligenza giudiziaria: appellare una condanna e sentirsi rispondere che la condanna è confermata perché non è stata appellata (Vincenzo Giglio)

La giustizia è fatta di tante storie, grandi e piccole.

Mai, però, così piccole da non provocare un danno a chi ne subisce gli effetti per la negligenza di chi giudica.

Eccone una.

Così si legge testualmente in Cassazione penale, Sez. 4^, sentenza n. 42485/2024, udienza del 23 ottobre 2024: “Appare, invece, fondato il primo motivo, dovendosi riconoscere che in sede di appello la difesa aveva espressamente contestato la responsabilità della prevenuta in ordine al reato di furto tentato di cui al capo 3) di rubrica; per contro, la Corte territoriale non ha fornito alcuna risposta specifica al motivo di gravame, osservando, del tutto illogicamente, che la responsabilità per il reato in questione “non è contestata dalla difesa.

Giova, peraltro, ricordare, che, nel giudizio in cassazione, “Il Procuratore generale, con requisitoria scritta, ha concluso per l’inammissibilità del ricorso”.

Non sapremo mai perché.