L’equilibrio di un sistema previdenziale dipende non solo dalla gestione delle uscite ma anche dalla capacità di sostenere il flusso delle entrate.
Oggi, secondo le mie stime – mancando i dati ufficiali, i crediti di Cassa Forense verso gli iscritti dovrebbero aver superato i 3 miliardi di euro, il che certifica la situazione di grave disagio della categoria e quindi della Fondazione.
La recente riforma dell’assetto previdenziale, che io ho giudicato contra legem per l’opzione al contributivo con l’integrazione al minimo della pensione e inadeguata per le prestazioni offerte, ha agito esclusivamente sulle uscite e, pur tuttavia, la sostenibilità dichiarata a 30 anni è inferiore a quella richiesta dalla legge.
Cassa Forense dovrebbe stimolare le Istituzioni forensi e quindi la politica ad agire sul versante delle entrate.
L’INPS nella recentissima audizione presso la Commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali ha indicato alcune strade alle quali si può guardare con attenzione.
Preliminarmente però occorre determinare il numero degli avvocati, per distretto di Corte di appello, compatibile con la popolazione, secondo standard europei, e regolamentare quindi l’accesso secondo un numero programmato.
A differenza del settore sanitario, quello forense è ipertrofico, anche se la tendenza alle cancellazioni, da qualche anno, è iniziata ed è in aumento.
Occorrerà poi:
- promuovere politiche attive che favoriscano la partecipazione al lavoro della componente femminile, con misure di conciliazione dei tempi vita – lavoro, così da eliminare il gap reddituale, che oggi viaggia intorno al 40 – 50% e che, dal punto di vista previdenziale, si traduce in minor gettito;
- ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dagli avvocati, per esempio intervenendo sui piani di studio universitari e promuovendo, in luogo della pratica o insieme alla pratica, percorsi di formazione continua, investendo in programmi che mantengano aggiornate le competenze professionali;
- abbattere per le giovani generazioni tutte le storture di un mercato, quello legale, ingessato e aumentare la concorrenza contro i privilegi di pochi;
- assicurare regole di accesso alla pensione, certe e stabili, perché il continuo mutamento mina la solidità del sistema.
