La Cassazione sezione 6 con la sentenza 32686 depositata il 20 agosto 2024 ricorda che i maltrattamenti in famiglia si distinguono dalle liti ordinarie in quanto nel primo caso un soggetto, in posizione “sovraordinata” impedisce all’altra di esprimere il proprio essere; nelle liti ordinarie, invece, le parti si confrontano, anche con veemenza, ma in posizione paritaria.
È dunque possibile che il soggetto maltrattato, nonostante la posizione di asimmetria, sia sottomesso e tuttavia reagisca e, sua volta, offenda l’altra parte, ma ciò non esclude il reato, perché anche in tali casi continua ad esservi una posizione di disuguaglianza tra le parti e continua ad esservi un soggetto sopraffattore e un soggetto sopraffatto.
