La magistratura ha “scoperto” Gazzoni solo ora e questo aspetto meriterebbe di essere approfondito. Sembrerebbe che Gazzoni non abbia certo aspettato la ventunesima edizione del suo manuale per criticare la magistratura. Perché si è aspettato l’agosto 2024 per reagire? Cosa c’è in questa edizione che fa più scandalo di prima?
L’interrogativo retorico per provare a comprendere il cambio di passo dell’ANM.
Terzultima Fermata ricorda che un altro giurista Sabino Cassese non è stato da meno nei suoi giudizi sui i magistrati.
Sabino Cassese nel libro “Il Governo dei giudici” riesce da par suo a fotografare la situazione della giustizia in Italia: “Da un lato si assiste a una dilatazione del ruolo dei giudici, dall’altro a una crescente inefficacia del sistema giudiziario.
Molti osservatori concordano sul fatto che la magistratura sia diventata parte della governance nazionale; che vi sia una indebita invasione della magistratura nel campo della politica e dell’economia; che in qualche caso la magistratura cerchi persino di prendere il posto della politica, controllando anche i costumi, oltre ai reati, proponendosi finalità palingenetiche delle strutture sociali, stabilendo rapporti diretti con l’opinione pubblica e con i mezzi di comunicazione.
In questo contesto, le procure hanno acquisito un posto particolare, tanto che molti esperti parlano di una ‘Repubblica dei PM’, divenuti un potere a parte, con mezzi propri, che si indirizzano direttamente all’opinione pubblica, avvalendosi della ‘favola’ dell’obbligatorietà dell’azione penale, utilizzando la cronaca giudiziaria come mezzo di lotta politica e trasformando l’Italia in una ‘Repubblica giudiziaria’”.
Il pensiero di Cassese non è meno corrosivo di quello del Gazzoni e continua affondando la lama sul declino inesorabile dei giudici ricordando che dai fasti di popolarità subito dopo la stagione di “Mani Pulite” oggi sono ai minimi termini e dovrebbero chiedersi perché invece che scagliarsi sul Gazzoni di annata.
Cassese scrive sull’inesorabile declino della magistratura:
“L’immagine pubblica del magistrato, quello giudicante e il procuratore, dopo aver raggiunto, dagli anni ‘90 in poi, un diffuso e spesso ingiustificato prestigio (il giudice come angelo sterminatore della corruzione), è oggi, da qualche tempo, nettamente declinante:
scarsa fiducia del pubblico nella sua imparzialità ed obiettività;
imprese in balia delle procure e giudici che soffocano l’economia;
comportamento riprovevole di alcuni magistrati, che danno l’impressione di potersi permettere nell’esercizio delle funzioni pubbliche loro affidate tutto, o quasi (scarsa produttività, carriere parallele, legami con giornalisti e protagonismo nei media, intrighi e lotta tra correnti e gruppi di potere per l’assegnazione dei posti, vendette, familismo, rancori), abusando anche dell’organo diretto a salvaguardare l’indipendenza, il Consiglio superiore della magistratura.
Secondo un sondaggio condotto il 15 maggio 2021 (N. Pagnoncelli, Corriere della Sera 15 maggio 2021) si è registrato in breve tempo un crollo di fiducia dell’opinione pubblica nella magistratura, passata dal 68% del 2010 al 39% del 2021.
Tale crollo è dovuto ai tempi lunghi della giustizia per il 24%, alla presenza di magistrati politicizzati per il 17% e a sentenze discutibili per il 16%.
Con la conseguenza che un potere chiamato a difendere i diritti dei cittadini appare esercitato in modo tanto arbitrario da richiedere che i cittadini si difendano da esso” (Sabino Cassese, “Il Governo dei Giudici“, pagina 35).
Che dire?
Cassese randella di più del Gazzoni e magari verrà ” scoperto” solo nel 2045.
