La notizia
Si apprende che presso la Camera dei deputati pende la proposta di legge identificata con la sigla C. 1984, depositata il 19 luglio 2024, primo firmatario il deputato Dario Iaia (Fratelli d’Italia).
Ha ad oggetto l’introduzione dell’art. 580-bis, cod. pen., in materia di promozione e partecipazione allo svolgimento di sfide estreme.
Il testo della proposta non risulta ancora inserito nell’apposita scheda ma, fortunatamente, l’Onorevole Iaia lo ha presentato e commentato, unitamente all’Onorevole Tommaso Foti, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, in una conferenza svoltasi nei locali della Camera, la cui registrazione video è stata poi diffusa sul profilo Facebook del proponente (la si può seguire a questo link).
Si sa, grazie ad una domanda della giornalista Federica Oliva, che il reato di nuovo conio sarà punito con la pena della reclusione da uno a tre anni, che la condotta base è quella di compiere sfide estreme mettendo a rischio la propria o l’altrui incolumità, che sono previste aggravanti a carico dei promotori o nel caso di diffusione della condotta online o con qualsiasi altro mezzo di diffusione di massa o quando è la condotta medesima è posta in essere mediante l’uso di un qualunque mezzo di trasporto pubblico o privato, che la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena è subordinata alla frequenza di un corso psicologico pubblico di recupero.
Si sa anche, come notizie di cornice, che il proponente ha tratto stimolo dalla constatazione di un vuoto normativo a fronte di un fenomeno quantomai pericoloso e diffuso, servendosi di un esempio concreto: un ragazzo si è aggrappato ad un treno ed ha percorso oltre cento chilometri prima di essere fermato e sanzionato amministrativamente.
Ha poi citato, come ulteriore esempio di sfida nata dal disorientamento di alcune frange giovanili, una sorta di gioco che consiste nella pratica di rapporti sessuali liberi in cui perde la ragazza che rimane incinta.
Iaia si è detto consapevole che la sua proposta può apparire innovativa ed in effetti lo è.
Comunque sia, il suo scopo è gettare una pietra nello stagno e provocare un dibattito pubblico.
Lo ha affiancato ad adiuvandum l’Onorevole Foti che, oltre a rimarcare l’importanza della proposta, ha stigmatizzato la società dello “scansamorto”, cioè quella in cui perfino la morte diventa una merce da consumare in fretta in attesa del prossimo evento, e, ciò che più conta, ha affermato che, a fronte di questa fenomenologia della devianza, la cosa peggiore è l’indifferenza.
Il commento
L’onorevole Iaia ha varie esperienze e competenze, tra le quali spicca la sua qualifica di avvocato penalista: siamo dunque in presenza di un professionista legale specializzato.
Da questo qualificato parlamentare ci viene consegnata la proposta di una nuova fattispecie incriminatrice da collocare nel Libro II, Capo I, del Codice penale, cioè nell’ambito dei delitti contro la vita e l’incolumità individuale.
Da un trafiletto di Mattia Feltri, titolato Ayatollah d’Italia e pubblicato ieri sul quotidiano La Stampa (consultabile a questo link), apprendiamo che la formula descrittiva dovrebbe verosimilmente essere la seguente: “chiunque, al fine di promuovere o partecipare a sfide estreme, di qualunque natura esse siano, pone in pericolo la propria o l’altrui incolumità“.
La condotta incriminata sembrerebbe dunque essere la messa in pericolo dell’incolumità, propria o altrui, e dovrebbe essere vivificata dal dolo specifico della promozione o partecipazione a sfide estreme.
Una prima impressione ricavata dal dato letterale.
L’espressione basica è “sfida estrema”.
Il sostantivo “sfida” ha normalmente un significato relazionale e riporta ad uno stimolo o una provocazione lanciati da qualcuno nei confronti di qualcun altro.
Appartiene tuttavia al senso comune la sua estensione agli stimoli che lo sfidante lancia verso se stesso.
“Estrema” è un aggettivo superlativo che sottende il limite ultimo di qualcosa, quello oltre il quale non c’è più nulla oppure c’è l’ignoto.
Così, ad esempio, essere allo stremo delle forze significa avere esaurito ogni energia disponibile.
Date queste premesse semantiche, è certamente possibile inserire tra le sfide estreme la scalata dell’Everest o di altre vette di analoga difficoltà, l’attraversamento in solitaria dell’Antartide, la rotta marittima seguita da Thor Heyerdhal che, partendo dal Perù arrivò in Polinesia a bordo della Kon-Tiki, una zattera di legno, la sorvolata atlantica di Charles Lindbergh a bordo del minuscolo Spirit of St. Louis, la conquista della Luna e tante altre ancora.
Venendo a tempi più recenti, si potrebbe citare l’impresa di Jan Roose che ha attraversato lo Stretto di Messina nella tratta tra Santa Trada (sponda calabrese) e Torre Faro (sponda siciliana), percorrendo 3,6 chilometri su un cavo largo meno di due centimetri, posto ad un’altezza di 200 metri dal livello del mare: impresa quasi riuscita poiché, a soli 80 metri dal traguardo e dopo circa tre ore dalla partenza, Roose è caduto, fortunatamente senza conseguenze fisiche.
Ognuna di queste imprese ha implicato una sfida estrema e ha comportato gravissimi rischi per l’incolumità dei suoi protagonisti.
La fattispecie incriminatrice vagheggiata dall’Onorevole Iaia, ove già vigente, si sarebbe perfezionata in ogni suo elemento costitutivo e, tanto per dire, Roose sarebbe stato certamente incriminato e condannato per il reato aggravato in quanto promotore dell’evento.
Si vuole intendere che, data la verosimile attuale conformazione della fattispecie, qualunque messa in pericolo dell’incolumità compiuta allo scopo di realizzare una sfida estrema, quale che sia questa sfida e anche quando ad essa consegua un progresso umano, costituisce reato, senza se e senza ma.
Andiamo avanti e soffermiamoci sull’incolumità, puntando l’attenzione sull’inclusione dell’incolumità propria del soggetto agente oltre che di quella altrui.
È un inedito, una cosa ancora non vista nel nostro ordinamento penale.
Basta a tal fine scorrere tutte le fattispecie contemplate nell’ambito dei delitti contro la vita e l’incolumità individuale: in tutte il bene giuridico è la vita o l’incolumità altrui, in nessuna è prevista, neanche come ipotesi sussidiaria, la lesione (o la messa in pericolo) della vita o incolumità propria.
Ci sarà pure una ragione se le cose stanno così ma l’argomento non sembra essere stato preso in considerazione dall’Onorevole Iaia.
Ancora qualche considerazione prima di concludere.
La prima: se l’argomento in discussione è la cosiddetta “gioventù bruciata”, priva di valori e pronta a tutto pur di guadagnare qualche like da spendere poi nel tentativo di essere ammessa nell’empireo degli influencer, siamo sicuri che il miglior modo per raffreddare l’incendio ormonale e digitale sia la sanzione penale con tutto ciò che ne consegue come il passaggio attraverso le forche caudine del processo e, va da sé, della sua mediaticità pompata? Non c’è qualcosa di meglio?
La seconda: risulta all’Onorevole Iaia che con questa sua proposta sta contraddicendo uno dei marchi più forti della tradizione storica della destra? Sa che il “sabato fascista” prevedeva, anzi imponeva, agli studenti italiani prove di destrezza e di ardimento, tra le quali l’uso del moschetto e il salto attraverso un cerchio infuocato? Non erano quelle sfide estreme o semi-estreme? Istituzionali allora, criminali adesso?
La terza: sostiene l’Onorevole Foti che, davanti alle sfide estreme, la peggiore cosa è l’indifferenza; ma forse è ancora peggio affrontarle seguendo la sua strada.
Attendiamo di capire.

Ottimi voi di terzultima pagina,vi seguo sempre e vi ringrazio per l’alta qualità del “prodotto ” e per dire che l’integrazione del 580 c.p., quale da voi riportata,a me non ammiratore,per molti versi,del Governo Meloni,va completata con il comma che prima di intraprendere un atto estremo….questo va autorizzato da un collegio medico,di diverse connesse discipline,che,esaminato tecnicamente ed esaustivamente, l’aspirante “estremista” ed in caso positivo, controllato positivamente il bagaglio attrezzature, o l’idoneità del mezzo usato,lo autorizzi al compimento dell’impresa. (Troppo complicato?)
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La ringraziamo dell’apprezzamento e dell’ironia che lo accompagna (ma siamo noi di Terzultima Fermata, non Pagina). Questa maggioranza, una cui parte si richiama espressamente, forse abusivamente, ai principi liberali, sembra agire in preda ad una frenesia punitiva: individua problemi, qualche volta reali qualche altra assai meno o per nulla, e, qualche volta riflettendo e studiando qualche altra assai meno o per nulla, tira fuori il coniglio dal cilindro ed ha quasi sempre la forma di un reato. Un disastro!
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