Recidiva: non basta la parola (Vincenzo Giglio)

Cassazione penale, Sez. 5^, sentenza n. 20104/2024, udienza del 21 febbraio 2024, ha ritenuto che la recidiva, in quanto circostanza aggravante, per essere ritenuta in sentenza, deve aver formato oggetto di precisa contestazione con puntuale riferimento al singolo reato cui viene riferita dal giudice.

Sulla scorta di questo principio, la Suprema Corte ha escluso l’applicabilità della recidiva in relazione al reato di atti persecutori, sebbene fosse stata formalmente contestata con riferimento ad altro capo di imputazione, avente ad oggetto il medesimo titolo di reato ai danni di diversa persona offesa.

È opportuno ricordare che la decisione qui ricordata si inserisce in un panorama interpretativo conflittuale.

Esistono infatti sia precedenti conformi di legittimità, tra i quali si segnala la sentenza n. 51070/2017, che precedenti difformi, il più recente dei quali è Sez. 2^, sentenza n. 22966/2021.