Proposta Giachetti sull’aumento dei giorni di liberazione anticipata: sosteniamola con forza (Vincenzo Giglio e Riccardo Radi)

Sul sito di Change.org è possibile aderire alla petizione “Sosteniamo la proposta di legge Giachetti” (ci si arriva cliccando su questo link).

Lo scopo della petizione è di contribuire a dare visibilità e creare consenso attorno alla proposta di legge presentata dall’On. Roberto Giachetti che mira a ridurre in tempi brevi il sovraffollamento carcerario attraverso un aumento strutturale dei giorni di liberazione anticipata (dagli attuali 45 per semestre a 60) e un aumento straordinario limitato ai primi due anni a partire dall’entrata in vigore della legge (75 giorni per semestre, anziché 60).

Riteniamo opportuno chiarire alcuni punti, a beneficio dei lettori non addentro alla materia dell’esecuzione penale.

La liberazione anticipata:

  • non è un’invenzione dell’ultimo minuto: è una misura strutturale prevista dall’art. 54 dell’ordinamento penitenziario;
  • non è un regalo indiscriminato a tutti i detenuti; è concessa solo a coloro che abbiano dato prova di partecipazione al programma rieducativo loro riservato; è concepita, oltre che come misura destinata a favorire un più efficace reinserimento nella società del detenuto premiando la sua partecipazione all’opera di rieducazione, anche come uno strumento idoneo a mantenere la disciplina negli istituti penitenziari;
  • non è una misura “buonista”; è piuttosto uno degli strumenti attraverso i quali si realizza la finalità rieducativa della pena sancita dall’art. 27, comma 3, Cost.;
  • non è concessa arbitrariamente e solitariamente; il suo riconoscimento, attribuito alla competenza del magistrato di sorveglianza, segue ad una procedura partecipata che si avvale di elementi conoscitivi forniti da uffici pubblici.

L’incremento dei giorni di liberazione, a sua volta:

  • non è una novità assoluta nel nostro ordinamento; è stato infatti già sperimentato ed attuato, come misura di durata limitata (due anni), con il Decreto-Legge n. 146/2013 convertito nella Legge 10/2014 ed anche allora i giorni riconosciuti per semestre sono stati aumentati a 75;
  • è stato previsto, allora come ora, a causa del sovraffollamento record delle carceri italiane e dei costanti e sempre più allarmati richiami della Corte europea dei diritti umani, subissata da ricorsi di detenuti che lamentavano uno stato detentivo tale da dar vita a trattamenti disumani e degradanti.

Altre ragioni

L’emergenza attuale, che ha spinto l’on. Giachetti a presentare la sua proposta, è probabilmente peggiore di quella dei primi anni Dieci:

  • le carceri sono sempre più vecchie;
  • la durata media delle pene da eseguire è aumentata;
  • i programmi rieducativi carcerari sono frustrati dalla cronica carenza di risorse umane e materiali;
  • la sanità carceraria è palesemente inadeguata rispetto alle condizioni di malessere fisico e psichico della popolazione detenuta;
  • aumentano ad un ritmo senza precedenti i segnali di tale malessere: suicidi, tentati suicidi, atti di autolesionismo, episodi di violenza tra detenuti e tra detenuti e polizia penitenziaria, ribellioni collettive con atti di vandalismo.

Ecco perché c’è bisogno di ripensare in modo radicale l’esecuzione penale nel nostro Paese e, nell’immediato, di evitare che le carceri diventino sempre più luoghi di disumanità e polveriere pronte ad esplodere.

Ed ecco perché, sebbene nessuno intenda riconoscerlo, bisogna dire grazie ai detenuti italiani: nella stragrande maggioranza stanno sopportando con dignità e forza d’animo e rispetto delle regole una condizione che nessun essere umano dovrebbe sopportare.

Meritano qualcosa di meglio, di molto meglio, di quello che il nostro Stato gli sta dando.

Appoggiare la proposta Giachetti può servire: facciamolo, questo è l’invito di Terzultima Fermata.